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La Regione risponde a M5S: “Nessun buco di bilancio per l'ospedale di Cona (FE)”

Ieri la consigliera M5S Raffaella Sensoli aveva denunciato un buco da 100 milioni prodotti dalla costruzione dell’ospedale e derivanti, in gran parte, dal mancato incasso di un finanziamento da parte di Inail Quel buco, secondo l’esponente 5 stelle, sarebbe tra le cause del fallimento di Carife.

23 GEN - Non c’è nessun “buco di bilancio” prodotto dai lavori di costruzione dell’Ospedale di Cona (Fe). Le accuse mosse dal Movimento 5 Stelle “sono a dir poco fantasiose e totalmente infondate”. Così l’assessorato regionale alle Politiche per la salute dell’Emilia Romagna rispedisce al mittente le accuse lanciate ieri dalla consigliera del M5S Raffaella Sensoli che aveva denunciato che, secondo i risultati di un’indagine condotta dal M5S, i lavori di costruzione del nosocomio ferrarese avrebbero prodotto un buco da 100 milioni.

La denuncia era arrivata ieri nel corso di una conferenza stampa convocata dalla capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna.
“Un ‘buco’ di oltre 100 milioni di euro mai ripianato, che getta un’ombra sulla regolarità dei bilanci dell’Azienda ospedaliera di Ferrara per la costruzione dell’ospedale di Cona e che potrebbe aver avuto un peso rilevante anche nel fallimento di Carife”, aveva detto Sensoli. “Secondo le carte in nostro possesso, e che porteremo presto in Procura per chiedere che vengano fatti i dovuti accertamenti, la realizzazione dell’ospedale si è basata su un vero e proprio sistema di finanza creativa. La costruzione dell’ospedale, infatti, è stata in gran parte finanziata con un debito e non con reali investimenti pubblici”, ha proseguito Sensoli riferendosi a un finanziamento che l’Inail nel 2009 si era impegnata a versare nelle casse dell’Azienda ospedaliera per la realizzazione del nuovo nosocomio ferrarese (più di 65milioni di euro) in cambio dell’acquisto di una parte della struttura.

I soldi, però, non sono mai arrivati visto che nel 2012 l’Inail decise di non procedere più all’acquisto dell’immobile, giustificando la scelta con la presunta assenza dei requisiti antisismici della struttura.
“Visto che questo finanziamento era stato messo nero su bianco con un contratto di rogito, l’Azienda ospedaliera avrebbe dovuto opporsi a questa decisione”, ha detto ancora la capogruppo M5S. “E invece nulla di tutto questo accadde, anzi. Nella totale assenza anche di una proposta dell’Azienda ospedaliera che autorizzasse la Regione a trovare altre strade per sopperire a questo mancato finanziamento, si andò avanti come se nulla fosse continuando a investire i soldi anticipati dalla Tesoreria, nel caso specifico individuata in Carife, per la realizzazione dell’ospedale. Il risultato è stato che un’anticipazione di cassa, cioè un debito autorizzato nella presunzione di un’entrata (ovvero quella promessa dall’Inail), si è trasformata in un credito nei confronti della Regione senza però che quest’ultima autorizzazione nessuna procedura per cercare finanziamenti sostitutivi”.

Secondo la ricostruzione della capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle il buco creato da questo sistema supererebbe i 100 milioni di euro: 65 del mancato finanziamento Inail più i 30 milioni mai arrivati dalla vendita di parte del vecchio ospedale di via Giovecca, a cui si devono aggiungere anche interessi e oneri vari richiesti da Carife per l’anticipazione dell’intera somma.
“Quello che sarebbe interessante scoprire è quanto credito ancora oggi Carife avanzi dall’Azienda ospedaliera e quanto questa cifra abbia pesato sul fallimento della banca stessa e sulle conseguenze che hanno dovuto subire i tantissimi risparmiatori travolti dal crack dell’istituto di credito ferrarese”.

“Nessuna sofferenza di bilancio o di cassa è stata indotta sull’Azienda sanitaria, né dal punto di vista economico né finanziario, e i tempi di pagamento dei fornitori sono in linea con i parametri di legge”, spiega invece l’assessorato.
Per quanto riguarda il contributo di 65 milioni da parte di Inail, semplicemente “la Regione ha provveduto ad anticipare la somma prevista a carico di Inail all’Azienda ospedaliera e i rapporti con l’Istituto sono proseguiti e proseguono positivamente. A giugno, in una nota ufficiale, Inail stesso ha ribadito il proprio interesse a compartecipare alle spese per la costruzione del nosocomio ferrarese e, attualmente, sono in corso le valutazioni tecniche di idoneità necessarie per completare la realizzazione”.

Nel bilancio sanitario regionale sono state comunque accantonate risorse, a scopo prudenziale, per fronteggiare anche un eventuale esito non positivo del cofinaziamento Inail, per un importo pari a 65 milioni.
“I contributi di Inail richiedono e hanno richiesto, anche in altre realtà italiane, tempi e procedure complesse”, continua l’assessorato. “La corretta gestione delle variabili di bilancio evita che ciò si traduca in effetti negativi di alcun tipo, tantomeno su soggetti esterni quali sono le banche”.

Per quanto riguarda, poi, i 30 milioni che sarebbero dovuti derivare dall’alienazione dell’ex ospedale Sant’Anna, la Regione, con la legge 14/2010, ha erogato finanziamenti in conto capitale all’Azienda ospedaliero-universitaria, appunto per un ammontare di 30 milioni di euro. L’obiettivo dell’alienazione dell’ex-ospedale rimane, “quale strumento per disporre di ulteriori risorse per investimenti futuri”, conclude l’assessorato.

23 gennaio 2018
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