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Senior Italia FederAnziani: “Per abbattere liste d’attesa potenziare medicina del territorio”

La richiesta lanciata dal Board dell’Associazione che ha messo a confronto società scientifiche e organizzazioni sindacali di medici con l’Assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini in una tavola rotonda virtuale.

22 LUG - La ripartenza nella presa in carico dei pazienti al termine di questo drammatico periodo, che ha visto la chiusura dei tanti ambulatori territoriali a causa del Covid 19, richiede una grande spinta per fronteggiare tutto l’arretrato in termini di visite specialistiche, controlli e screening. Molte sono le soluzioni possibili da mettere in campo per recuperare le prestazioni perdute e abbattere significativamente le liste d’attesa, tra cui l’innalzamento del numero di ore di attività degli specialisti del territorio. Questo l’appello lanciato dalle società scientifiche e dalle organizzazioni sindacali di medici riunite nell’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che ha promosso la tavola rotonda virtuale “Il problema delle cronicità al tempo del COVID -19 nella Regione Emilia Romagna” nella quale medici e pazienti hanno presentato le proprie criticità all’Assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini.
 
“I pazienti hanno bisogno di continuare a ricevere attenzione per le patologie croniche, a maggior ragione dopo mesi di interruzione della presa in carico in una fase in cui si è necessariamente data priorità alla gestione del Covid e alla prevenzione di contagi con la conseguente chiusura degli ambulatori del territorio. – ha dichiarato Roberto Messina Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani – Ora però la macchina deve ripartire ed è necessario trarre spunto dalle criticità di questo periodo per adottare situazioni e promuovere cambiamenti che agevolino la vita dei pazienti, come il telemonitoraggio, il lavoro multidisciplinare, la riduzione del numero delle pillole che i pazienti assumono promuovendo l’uso di farmaci in associazione”.
 
“Il Covid ha accentuato un problema che in parte esisteva da prima. Le liste d’attesa erano già il denominatore comune delle varie regioni – dichiara il Segretario Generale di Sumai Assoprof Antonio Magi - È il momento buono per cominciare a investire seriamente per agevolare la presenza degli specialisti. Gli specialisti che servono li abbiamo anche in Emilia Romagna, sono già in servizio, se riuscissimo a portarli da 20 a 38 ore avremmo già raddoppiato l’offerta della regione. Ma lo specialista va messo anche in un ambito di equipe in cui le varie figure facciano rete. Solo così il paziente può essere preso in carico in modo efficiente. Una volta uscito dall’ospedale deve trovare sul territorio una rete importante che lo possa seguire, cercando soluzioni che permettano di evitare i ricoveri. La Regione Emilia Romagna è una di quelle che ha meglio gestito la crisi anche per la forza del suo territorio. Ora bisogna utilizzare quello che abbiamo già per riorganizzare ancora meglio il territorio per la presa in carico dei pazienti cronici”.
 
Tra le proposte quella di individuare le prestazioni di routine che possano essere spostate ed effettuate a chiamata; associare le visite specialistiche cardiologiche, diabetologiche e di ambito respiratorio in un unico contesto in cui sia possibile ottimizzare i tempi e le risorse effettuando nello stesso giorno diversi esami senza richiedere al paziente ed eventualmente ai caregiver di tornare più volte in ospedale. A preoccupare è anche l’autunno: quest’anno le vaccinazioni antinfluenzali sono particolarmente raccomandate. Il rischio è che non si sia in grado di effettuare in una tempistica rapida la vaccinazione antinfluenzale necessaria per evitare confusione tra i sintomi della patologia da Covid-19 e i soliti sintomi influenzali che registriamo ogni anno. Gli specialisti hanno denunciato un pesante problema in termini di aderenza alla terapia, specialmente in ambito ipertensione. In molti hanno abbandonato le cure o sostituito il proprio farmaco. A ciò si aggiunge la chiusura delle sale operatorie per interventi importanti come la sostituzione delle valvole cardiache.
 
“Il Covid ha sospeso per alcuni mesi, ad eccezione delle urgenze, le migliaia di prestazioni sanitarie programmate. Pur essendo ancora dentro quest’emergenza – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini – abbiamo avviato una progressiva ripresa delle attività sospese che intendiamo recuperare nel tempo più breve possibile. Questa situazione non ci impedisce di avviare ragionamenti fondativi della sanità del futuro, anche alla luce della pandemia, aprendo una vera e propria fase costituente per il servizio sanitario pubblico universalistico. Noi siamo già allineati con il Piano Covid previsto dal governo, sul piano clinico, dell’adeguatezza delle terapie intensive, sul piano dei DPI, nella gestione dei reparti ospedalieri dedicati. Di fronte a un’eventuale nuova ondata non congeleremo le prestazioni ordinarie, al contrario: abbiamo lavorato sodo in questi mesi, senza particolare clamore e con la condivisione delle rappresentanze sindacali e dei professionisti, per fare in modo che la sanità sia in grado di gestire un’eventuale nuova emergenza, in particolare aumentando la rete di posti letto di terapia intensiva. Questo ci consentirà di diversificare la gestione dei pazienti e di evitare che il sistema ospedaliero possa andare in sofferenza. Stiamo lavorando inoltre su tre direttrici principali: la priorità assoluta è l’aumento di offerta della sanità pubblica per lo smaltimento delle prestazioni specialistiche bloccate; una maggiore agibilità della medicina del territorio, insostituibile e preziosa, con una comune assunzione di responsabilità clinica tra medici di medicina generale e specialisti in modo da lavorare anche sull’appropriatezza; terza direttrice, in via residuale il rapporto con il privato accreditato, per reperire spazi e strutture necessarie a smaltire l’arretrato anche in considerazione del fatto delle stringenti regole che i protocolli di sicurezza indicano per le strutture ospedaliere e poliambulatori. Consapevoli che non si possa vivere un lockdown eterno, rimarchiamo ogni giorno l’importanza di osservare le regole principali di sicurezza per non aumentare la diffusione del contagio, ossia il distanziamento, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani. Non esiste il rischio zero in una società che riprende le attività lavorative e le relazioni personali, ma queste regole sono fondamentali per ridurre il rischio di contagio”.

22 luglio 2020
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