La pandemia, le scuole chiuse, le famiglie, gli infermieri
10 MAR -
Gentile Direttore,
l’articolo 34 della Costituzione ha come incipit: “la scuola è aperta a tutti […]”, ma in questo particolare momento della nostra vita, non si può dimenticare ciò che stabilisce l’articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività […]”.
Comprendiamo quindi come sia difficoltoso, da parte di chi ha l’onere e l’onore di gestire la “cosa” pubblica in questi giorni, riuscire a conciliare una molteplicità di contenuti ritenuti scontati in giorni di normalità. Noi infermieri siamo chiamati a mantenere attivi e fruibili servizi di importanza fondamentale per il nostro Paese, dietro a questa generosa quanto doverosa disponibilità, ci sono tantissime donne e uomini che hanno a loro volta responsabilità ben chiare nei confronti dei propri figli minori e se non supportati dai componenti della famiglia per i più svariati motivi, si ritrovano soli ad organizzare giornate nelle quali sono costretti a far conciliare i turni di lavoro e l’accudimento dei propri figli a casa, perché le scuole sono chiuse.
Abbiamo già espresso in molteplici sedi di non sentirci eroi, abbiamo messo in atto quanto la nostra professionalità richiede, lo abbiamo fatto con impegno, dedizione, certi che il nostro agire sarebbe stato di aiuto ai nostri pazienti. Adesso tante famiglie di infermieri, soprattutto quelle monoparentali, si trovano in una situazione nella quale conflitti personali legati alla propria affettività e alla necessità di far fronte ad un turno che deve essere indispensabilmente coperto, fa sorgere complessi di colpa e conflitti interiori, preoccupazioni, che non danno la possibilità di lavorare con la necessaria concentrazione e lucidità.
Sarebbe bastato poco da parte dei nostri amministratori politici, offrirci una qualche possibilità di aiuto, una modalità di raccolta dei nostri figli in strutture scolastiche e da lì fruire della formazione a distanza, oppure una saggia quanto risoluta scelta aziendale, di dedicare spazi e la sorveglianza adatta, perché i numerosi genitori in servizio potessero lavorare con la consapevolezza di sapere i propri figli accuditi in modo appropriato.
Come O.P.I. Rimini ci sentiamo di esprimere tutta la solidarietà nei confronti delle madri e padri infermieri oggi in particolare difficoltà e auspichiamo che, chi ha responsabilità e potere di risolvere o alleviare in qualche modo questo tipo di situazione, lo possa fare con la celerità che un momento straordinario come questo esige.
Il Consiglio direttivo OPI Rimini
10 marzo 2021
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