Gli errori in campo medico hanno attirato negli ultimi anni l’attenzione di esperti, politici e media. E quando si tratta di quella che spesso viene chiamata “malasanità” in ambito neonatale (a volte anche quando non lo è), l’interesse dell’opinione pubblica si fa ancor più vivo. Ma quanto c’è di vero nel pensiero comune che in Italia in questo campo ci siano più problemi che altrove?
Secondo uno studio redatto dalla Commissione nazionale di Risk Management in Pediatria e Neonatologia della Società italiana di pediatria, pubblicato sul Journal of Maternal-Fetal and Neonatal Medicine, è difficile fare una stima del genere, perché i dati a disposizione negli altri paesi sono molto pochi. “Il dato preoccupante però – spiegano nello studio – è che in Italia le denunce ai pediatri continuano ad aumentare”.
Lo studio, il primo condotto a livello europeo in ambito neonatale, ha analizzato tutte le segnalazioni sporte dal 1 gennaio 2005 al 31 dicembre 2010 nei confronti di pediatri, registrate dalla Carige Assicurazioni. Questa società assicurativa copre il 60% di tutti i medici iscritti alla Società Italiana di Pediatria, ovvero circa 4650 su 7750 totali. In particolare la commissione di ricerca ha considerato i casi riguardanti il periodo perinatale o quello subito dopo la nascita. Le denunce potevano includere possibili diagnosi non corrette, errori nelle prescrizioni e prestazioni insoddisfacenti dei medici. Tuttavia, sono stati presi in considerazione anche casi in cui nonostante non ci fossero azioni o terapie scelte dal pediatra, le famiglie davano la colpa a questi per danni permanenti o per il decesso dei neonati.
Nel periodo considerato sono state registrate 661 denunce a pediatri, di cui 470 per problemi riguardanti l’ambito neonatale e 191 quello perinatale. “La casistica è molto vasta, anche se non conosciamo ancora l’esito dei processi”, hanno spiegato dalla commissione. La percentuale è dunque alta, con il 2,8% di pediatri denunciati l’anno – contro lo 0,68% giapponese, ad esempio, che è l’unico paese che ha fatto ricerche simili a questa. “Un confronto globale di tutte le età pediatriche ci porterebbe verosimilmente a valori simili a quelli degli Stati Uniti”, ha però aggiunto Vassilios Fanos (vedi anche intervista nella sezione approfondimenti), a nome della Commissione Nazionale Risk Management della Società Italiana di Pediatria.
Se per valutare correttamente questo dato servirebbe conoscere gli esiti dei processi, è però giustificata la preoccupazione degli autori sull'incremento costante delle denunce. Secondo lo studio infatti, il numero di denunce per negligenza (vera o presunta) contro i medici continua ad aumentare nel corso del tempo. Negli ultimi 10 anni le segnalazioni sono aumentate del 65%: nel caso di morte di un neonato quasi sempre scatta una denuncia penale (86,9% dei casi), nel caso di un trauma in due casi su tre viene sporta una denuncia civile.
Questo porta molti dottori a praticare quella che viene comunemente chiamata “medicina difensiva”. “La conseguenza pratica – spiegano nello studio – è che i bambini vengono sottoposti a procedure non necessarie, che pesano anche sui costi del sistema sanitario nazionale. Allo stesso modo, i fondi spesi per le assicurazioni hanno ripercussioni negative anche sul bilancio annuale degli ospedali pubblici”.
Laura Berardi