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Udine. Omceo: “Nel territorio 51 zone carenti con oltre 50.000 persone senza medico di famiglia”

L’incremento del massimale, per il presidente dell’Ordine Gian Luigi Tiberio, non poteva che essere una soluzione provvisoria. Aperto il confronto con istituzioni e stakeholder, per il momento “con scarso risultato” ma “continueremo ciononostante a fornire tutta la nostra disponibilità a lavorare per adeguare alle necessità del nostro tempo il Servizio Sanitario basato sui principi universalità, equità, uguaglianza”

20 DIC - “Si è cercato di tamponare il problema della carenza dei medici di medicina generale incrementando il massimale degli assistiti portando da 1500 a 1800 pazienti, ma non poteva essere questa la soluzione di una carenza strutturale causata da una mancata programmazione”. A dirlo è il presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine, Gian Luigi Tiberio, commentando i dati che mostrano come nel solo territorio udinese ci siano “ben 51 zone carenti, che contano oltre 50.000 individui senza un medico di medicina generale. E le previsioni sul futuro non sono rosee. Non ci sono abbastanza medici di famiglia e nemmeno pediatri di libera scelta”.

E questo tutto nello specchio dell’ultimo bando regionale di concorso per l’ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale 2023/2026 che ha fatto registrare solo 39 domande su di 57 posti disponibili.

“E’ una perdita importante – commenta il presidente Tiberio - si tratta di quasi il 30 per cento in meno, mentre per il triennio precedente c’era stato una perdita “accettabile” del 5 per cento. È un segnale da prendere in considerazione, soprattutto se pensiamo che a settembre, con il bando per le specialità, qualcuno sceglierà altri percorsi lasciando la formazione specifica di mmg, anche alla luce dell’aumento di posti disponibili che hanno, di fatto, aperto un’autostrada verso le specialità e non verso la medicina di base”.

Alla luce di questi dati e di queste considerazioni, come quella che prima o poi se le persone sono prive di punti di riferimento nel territorio in caso di bisogno si riverseranno nei Ps più vicini, il presidente dell’Omceo di Udine rimarca il fatto che fino ad ora c’è stato uno scarso se non nullo coinvolgimento dei medici nella programmazione dei medici di famiglia ed i risultati sono quelli che abbiamo appena descritto.

“Abbiamo cercato di stimolare un confronto aprendo dei tavoli di discussione, con i vari stakeholders, sui temi aperti dal decreto 77 di attuazione del Pnnr – spiega il presidente Omceo - ma ancora oggi con scarso risultato. Continueremo ciononostante a fornire tutta la nostra disponibilità a lavorare per adeguare, alle necessità del nostro tempo al Servizio Sanitario basato sui principi che ne ispirarono la nascita, come universalità, equità, uguaglianza. Principi che coincidono con i capisaldi del nostro Codice di Deontologia medica fatto da umanità, solidarietà, sussidiarietà, tutela della salute individuale e collettiva, senza discriminazione alcuna. Il nostro Servizio Sanitario non va stravolto ma va migliorato, e c'è molto da fare. Ed è solo attraverso il contributo fondamentale di chi deve poi operare nel sistema che è possibile individuare gli strumenti necessari per poter raggiungere gli obiettivi di salute che ci siamo prefissati”, conclude Gian Luigi Tiberio

Endrius Salvalaggio

20 dicembre 2023
© Riproduzione riservata

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