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Lea e Nomenclatore Tariffario: un cambio di prospettiva sulle professioni sanitarie

17 GEN - Gentile Direttore,
i Lea rappresentano il cuore pulsante del SSN, il mezzo attraverso cui il nostro Paese concretizza il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Affiancati dal Nomenclatore Tariffario, che assegna un valore economico alle prestazioni, essi dovrebbero garantire servizi essenziali a tutti i cittadini in modo equo e universale. Tuttavia, il sistema che si vorrebbe introdurre presenta lacune che non possono essere ignorate, come ho già avuto modo di scrivere nel mio precedente articolo.

La discussione sul Nuovo Nomenclatore non deve limitarsi, quindi, alle questioni tariffarie, seppur importanti: è fondamentale interrogarsi sul modello concettuale che lo sostiene. Se da un lato le incertezze finanziarie ostacolano l’adozione delle nuove tariffe, dall’altro sono emerse criticità sulle voci identificate e sugli effetti indiretti causati sulla reale fruizione dei percorsi, evidenziando l’urgenza di una revisione strutturale condivisa da tutti gli stakeholder.

Un punto cruciale riguarda il ruolo dei professionisti sanitari ex Legge 251/2000, tutt’ora costretti nel ruolo di meri esecutori di prestazioni, con il conseguente appesantimento dei percorsi e aggravio dei costi per il cittadino. Questo approccio, retaggio di una visione organizzativa ancora pesantemente orientata alle caste professionali, con rigida distinzione tra i medici e il personale “non medico”, è oggi anacronistico e in conflitto con l’evoluzione dei percorsi formativi in ambito universitario, con il riordino del sistema ordinistico operato con la legge 3/2018, nonché con il sistema delle responsabilità giuridico-deontologiche degli esercenti una professione sanitaria, come chiarito molto bene dalla Legge Gelli-Bianco.

Tutto ciò premesso, utilizzando come esempio le prestazioni afferenti alla branca “Medicina fisica e riabilitazione”, è interessante notare che il valore e “i volumi maggiori e nettamente dominanti rispetto ad altre prestazioni (es. diagnostica e terapie fisiche) risiedono nelle attività di riabilitazione e rieducazione motoria/funzionale” (vedi relazione tecnica che accompagna il DPCM che ha introdotto i nuovi Lea) sono erogate sotto la responsabilità dei fisioterapisti. Al riguardo, non sarebbe logico organizzare i flussi di registrazione delle prestazioni mantenendo coerenza tra prestazione erogata e professionista erogatore, oltre alla sola struttura come accade oggi? Un tanto garantirebbe non solo trasparenza maggiore, ma anche una più fedele raccolta dei dati utili a pianificare i bisogni di salute e di professionisti del sistema.

Un’altra criticità riguarda la necessità di garantire che i trattamenti fisioterapici siano sempre preceduti da una valutazione funzionale realizzata dal fisioterapista. Tale valutazione non è compresa nei cosiddetti “cicli”, e va dunque prevista a parte. La valutazione, che nulla ha a che fare con la diagnosi medica e con questa non va confusa, è un passaggio indispensabile per assicurare cure appropriate e sicure. Operare senza, significa violare non solo le norme deontologiche, ma anche minare la sicurezza dei cittadini, giacché la sola prescrizione redatta dallo specialista non fornisce gli elementi necessari al fisioterapista per definire il programma fisioterapico, di cui è responsabile.

Da ultimo, è bene ricordare che ogni indicazione (centrale o regionale) relativa alla inibizione da parte del MMG e/o di altro specialista della prescrivibilità delle prestazioni di riabilitazione, non appare allo stato essere normata ed è altresì contraria al principio di prescrivibilità riservato al medico di medicina generale (esistono sentenze del Consiglio di Stato sull’argomento), oltre che foriera di molteplici problematiche nel fornire tempestivamente cure fisioterapiche ai cittadini.

Com’è evidente, la complessità nell’aggiornamento dei Lea e del Nomenclatore Tariffario deriva dalla necessità di conciliare le istanze di diversi stakeholder del SSN, inclusi i professionisti sanitari e le loro organizzazioni di rappresentanza.

È senza dubbio compito degli Ordini e delle Federazioni nazionali darsi da fare, con lo scopo di assicurare che le cure siano somministrate con tempestività e appropriatezza, nel pieno rispetto della dignità dei professionisti e della sicurezza dei pazienti.

In molti riteniamo che sia necessario rivedere profondamente i processi decisionali e operativi legati ai Lea e al Nomenclatore Tariffario: si tratta di prestazioni fondamentali per il benessere dei cittadini, che devono essere tutelate come un diritto inviolabile, assicurando al contempo la dignità e la professionalità di chi le eroga. Per questa ragione non è più rimandabile un inserimento della nostra Professione all’interno della Commissione nazionale aggiornamento LEA.

Melania Salina
Presidente Ordine dei Fisioterapisti FVG

17 gennaio 2025
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