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Gli studenti di Cividale a confronto sull'endometriosi

L’associazione Endometriosi Friuli Venezia Giulia Onlus ha coinvolto con un questionario informativo i ragazzi e le ragazze del liceo classico e scientifico della città ducale e di scienze umane e linguistico di San Pietro al Natisone. La diagnosi della malattia, infatti, risulta ancora oggi tardiva (tra i 5 e i 9 anni dopo la comparsa dei sintomi) e riguarda molte adolescenti che non sanno di averla.

01 APR - Andare tra gli studenti delle scuole superiori a parlare di endometriosi: è quanto ha fatto quest’oggi, a Cividale, l’associazione Endometriosi Friuli Venezia Giulia Onlus, coinvolgendo, con un questionario informativo, sia i ragazzi sia le ragazze del liceo classico e scientifico della città ducale e di scienze umane e linguistico di San Pietro al Natisone. La diagnosi della malattia, infatti, risulta ancora oggi tardiva (tra i 5 e i 9 anni dopo la comparsa dei sintomi) e riguarda molte adolescenti che non sanno di averla.

“Bisogna partire dai giovani per fare formazione e informazione - spiega la Presidente, Sonia Manente -. L’endometriosi è una malattia recidiva, invalidante e cronica, originata dalla presenza dell'endometrio (un tessuto che riveste l'utero) in altre sedi anomale, con effetti devastanti e danni invalidanti. La donna viene, infatti, spesso sottoposta a molti interventi chirurgici, da un minimo di 3 fino a 16/18, con possibile danneggiamento a causa dell’operazione stessa (ad esempio la stomia). Altro problema di emergenza chirurgica è l’occlusione intestinale laddove la donna è costretta ad un ricovero urgente. Ulteriore disagio risulta l’utilizzo del catetere per lo svuotamento della vescica (permanente o provvisorio) oppure altro strumento per lo svuotamento dell’intestino".

"Questi ausili, in molti casi, risultano gli unici modi per convivere e sopravvivere a questa malattia. A molte donne - prosegue Manente - non è permesso curarsi (i nuovi Lea comprendono solo terzo e quarto stadio della malattia), molte hanno perso il lavoro per le discriminazioni sociali, molte devono fare 1000 km per raggiungere un centro specializzato, altre hanno un’invalidità conclamata e non riconosciuta. Ecco perché abbiamo distribuito ai ragazzi un questionario, al fine di raccogliere dati in materia e diffonderli alle istituzioni. Ringrazio la Dirigente scolastica, Patrizia Pavatti, per aver aderito con entusiasmo a questa iniziativa e l’assessorato alla Sanità e Istruzione del Comune di Cividale, nella persona di Catia Brinis, per averla sostenuta e diffusa. Ricordo inoltre che, per aiutare l’associazione a portare avanti questi obiettivi, si può donare il 5x1000 (i dati sono visibili sul sito www.endometriosifvg.it). Se fossi stata messa nelle condizioni di conoscere 18 anni prima la mia malattia avrei evitato molta sofferenza e isolamento, soprattutto in una fase delicata come l’adolescenza”, conclude Manente.

01 aprile 2017
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