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Numero unico 112. Il Friuli Venezia Giulia sceglie il modello lombardo. Il bilancio del primo mese di attivazione

“Quando ci siamo recati a Milano a vedere come funziona il Nue, abbiamo capito che eravamo di fronte a una grande opportunità”, ha detto l'assessore alla Salute Telesca. In questo primo mese di attivazione le chiamate al 112 del FVG sono state in media 1.800 al giorno, “superiori alle previsioni”.

19 APR - “Siamo soddisfatti di essere la seconda Regione in Italia dopo la Lombardia ad avere attivato il numero unico dell'emergenza, il 112, adeguandoci a una direttiva europea del 1991. Il numero unico rende più efficiente e più sicuro il servizio per i cittadini”. Ad affermarlo è stata ieri la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, in occasione del bilancio del primo mese di attivazione del Numero unico per l'emergenza in Friuli Venezia Giulia, il 112, tratto nella sala ottagonale della Protezione civile regionale a Palmanova alla presenza, tra gli altri, dell'assessore regionale al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, il direttore di Areu Lombardia Alberto Zoli, a cui si deve il modello guida del Nue 112. Come è stato rimarcato ieri, infatti, il modello scelto dal Friuli Venezia Giulia per il Nue è “sostanzialmente lo stesso della Regione Lombardia ed è estremamente efficace”, come spiegato dal commissario del Governo del Friuli Venezia Giulia e prefetto di Trieste Annapaola Porzio, che ha ravvisato l'utilità, anche sotto il profilo istituzionale, della “logica del riuso. Il che significa che se qualcuno fa qualcosa di buono, bisogna approfittarne”.

“Le persone che si occupano delle emergenze in Friuli Venezia Giulia sono di alta competenza professionale”, ha osservato Serracchiani e, dal punto di vista tecnico, “la separazione tra chi risponde e continua a parlare con la persona che chiede soccorso per capire qual è il problema e chi poi già interviene per mandare i mezzi di soccorso - ha rilevato la presidente della Regione - ha permesso di ridurre i tempi di risposta: questo per i nostri cittadini è un fatto estremamente positivo”.

Serracchiani ha spiegato che, nonostante il 112 sia già pienamente attivo, “i cittadini del Friuli Venezia Giulia potranno continuare a fare ancora gli stessi numeri delle emergenze finché il 112 non sarà operativo su tutto il territorio nazionale”. Ciò significa che chi formula al telefono il 113, il 115 o il 118 continua a ricevere la risposta dell'operatore, come accadeva in passato, e si attiva il medesimo servizio d'emergenza, sanitaria o no che sia.

E' stato il direttore della Protezione civile regionale Luciano Sulli a fornire i primi riscontri del 112. Per quanto riguarda il filtro delle chiamate ad aprile, mese cui il servizio del Numero unico è partito, è emerso che il 29 per cento di chi ha bisogno dei Vigili del Fuoco e il 20 per cento di chi cerca l'emergenza sanitaria utilizza il 112. In media le chiamate sono state 1.800 al giorno, di più rispetto alle previsioni e superiori, in proporzione, alla stessa Lombardia. Il traffico è stato maggiore nelle aree di Trieste e di Gorizia rispetto a quelle di Udine e Pordenone. Il capoluogo regionale, in particolare, ha generato da solo un traffico paragonabile a una città di 500mila abitanti.

Sulli ha riassunto i punti di forza del numero unico, in base agli esiti delle prime settimane di attivazione: “Il sistema è avviato, stabilizzato e affidabile; il personale è altamente motivato e il turnover è più basso del previsto (una sola fuoriuscita); i tempi di attesa e di gestione delle chiamate hanno un trend in costante miglioramento”. Altri aspetti positivi sono, a giudizio di Sulli, il fatto che il sistema funziona anche nella gestione delle chiamate transfrontaliere e che una rilevante parte della popolazione comprende e usa già il Numero unico 112. Tra gli aspetti da migliorare, il capo della Protezione civile regionale ha indicato la necessità di eliminare le chiamate al 112 inappropriate - che non sono cioè per fini di emergenza -, l'obiettivo di ridurre il numero delle chiamate perse e l'opportunità di rinforzare gli organici, in modo da poter gestire eventuali situazioni di turnover.

Serracchiani ha espresso il suo ringraziamento al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni “per un lavoro fatto in stretta collaborazione”. Maroni, ha riferito Serracchiani, quando ha appreso di dover disertare l'appuntamento odierno di Palmanova per essere stato convocato all'ultimo a Palazzo Chigi, “era molto dispiaciuto e rammaricato”. L'assessore Gallera, che lo ha rappresentato, ha definito la collaborazione tra Lombardia e Friuli Venezia Giulia “un bellissimo momento di grande capacità operativa istituzionale” che nasce dalle Regioni, capaci di “mettere a disposizione competenza, mancanza di burocrazia e passione per il bene del Paese”.

Alberto Zoli, “papà” del 112 lombardo che ha aperto la strada a quello del Friuli Venezia Giulia, ha annotato che “il numero unico per le emergenze, quando parte, fa nascere polemiche da parte di chi non lo conosce”. L'importante è ora che “tutte le Regioni possano crescere assieme”. Nelle prossime settimane, ha reso noto Zoli, anche Liguria, Piemonte e Val D'Aosta avvieranno il 112, già attivo a Roma. Entro giugno, si aggiungeranno Sicilia orientale, Alto Adige e Trentino, in modo che “entro la prossima estate 30 milioni di italiani saranno serviti dal 112”.

L'assessore regionale alla Protezione civile e ai Servizi informativi Paolo Panontin, il percorso che ha portato al numero unico era iniziato nel 2014, ha quindi spiegato che la Regione Friuli Venezia Giulia “ha scelto di arrivare all'attivazione del 112 con la dovuta cautela, per limare sbavature e criticità”. Gli investimenti complessivi per giungere alla realizzazione dell'unificazione nel 112 sono stati pari a 1,3 milioni di euro. Il servizio del numero unico vede impegnate 24 persone, più due che stanno finalizzando il percorso formativo e altre tre che saranno operative a maggio.

L'assessore alla Salute e Integrazione socio-sanitaria Maria Sandra Telesca ha ricostruito le fasi che hanno portato il Friuli Venezia Giulia a unificare i numeri delle emergenze nel 112 - con la parallela attivazione di un'"app" scaricabile gratuitamente (con un solo clic si attiva il soccorso e si fornisce la localizzazione esatta del chiamante). “Eravamo partiti con due percorsi paralleli - avere un unico 118 regionale e, allo stesso tempo, il 112 per la Protezione civile regionale - e pensavamo che i due percorsi potessero presentare delle criticità. Invece quando ci siamo recati a Milano a vedere come funziona il Nue - ha detto Telesca -, abbiamo capito che eravamo di fronte a una grande opportunità, perché il 112 non è solo un passaggio telefonico: in quella chiamata s'identifica chi telefona e si localizza la chiamata, in modo da concentrare la conversazione telefonica sull'aspetto sanitario e da creare un filtro che porta ai servizi di emergenza solo chi ne ha bisogno”.

19 aprile 2017
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