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Patto tra Regione e i Direttori generali. Obiettivo principale: lotta alle liste d’attesa

“Vogliamo affrontare e risolvere con determinazione il problema”, ha detto la presidente Serracchiani. Si punta anche all'assistenza territoriale, con la richiesta alle Aziende di completare l'avvio dei Centro di assistenza primaria. Poi un impegno a rafforzare l’adesione alle vaccinazioni, a migliorare il rapporto con il cittadino-paziente anche attraverso corsi di formazione per il personale, a potenziare il progetto di odontoiatria sociale e altro ancora.

02 MAG - Un patto tra la Regione e i direttori generali degli enti del Servizio sanitario per migliorare la risposta del servizio sanitario regionale ai bisogni di salute dei cittadini. Al centro, il contenimento dei tempi d'attesa delle prestazioni. Il testo è stato approvato nel corso dell'ultima riunione della Giunta. Lo comunica la Regione in una nota.

Nel patto si prevede che tutte le aziende per l'assistenza sanitaria e quelle sanitarie universitarie integrate, nonché gli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico, Burlo e Cro di Aviano, dovranno accrescere il loro impegno per ridurre i tempi di attesa, sia per la specialistica ambulatoriale che per gli interventi chirurgici. Vanno rispettate le priorità indicate, a seconda dell'urgenza della prestazione, così come definita dai medici, è scritto nel Patto. Ed è stato sottolineato con forza dalla stessa presidente della Regione, Debora Serracchiani, e dall'assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, che subito dopo l'approvazione del documento hanno incontrato a Trieste tutti i dg, anche per fare il punto sull'attuazione della riforma sanitaria.

Attuazione che, come spiega Telesca, “comprende tantissimi aspetti, a partire dal miglioramento dei rapporti con i cittadini e dal potenziamento della sanità territoriale, con l'attivazione dei Centri di assistenza primaria (Cap). Ma in particolare oggi abbiamo focalizzato l'attenzione su uno dei temi più sentiti da chi ha un problema di salute, ovvero i tempi di attesa delle prestazioni”.

“Abbiamo condiviso con i dg di mettere questo punto quale principale traguardo da raggiungere nel corso dell'anno - precisa - a cui collegare il sistema di lavoro delle aziende sanitarie, con il miglioramento del modello organizzativo che interessi prima di tutto la gestione delle agende degli appuntamenti”.

“Vogliamo affrontare e risolvere con determinazione il problema”, ha evidenziato la presidente Serracchiani, ricordando però che “i dati in possesso della direzione centrale della Salute indicano che c'è stato nel corso dell'ultimo anno un miglioramento evidente e puntuale”.

Su 2.150 diverse prestazioni erogate, le criticità – secondo il dato diffusi dalla Regione, riguardano “solo meno di una decina”. E su queste si interverrà. Così come si lavorerà anche sul fronte della consapevolezza e dell'informazione dei pazienti, che “devono essere messi in grado di comprendere che c'è una differenza tra chi ha necessità di una prestazione urgente e chi può tranquillamente rientrare in una programmazione un po' più lunga”, è stato detto, sottolineando che è il medico che deve decidere.

Per quanto riguarda l'assistenza primaria, poi, le Aziende dovranno completare l'avvio dei Cap. “Ai tredici già avviati se ne aggiungeranno altri entro l'estate”, conferma Telesca, spiegando anche che “sta aumentando ogni giorno la percentuale di cittadini presi in carico dalle medicine di gruppo, formate da più medici che lavorano assieme, e che così garantiscono una presenza in un arco di tempo più ampia e possono sviluppare la cosiddetta sanità di iniziativa, strumento efficace nella gestione delle malattie croniche, per prevenire l'aggravamento delle patologie, pe ridurre il ricorso ai ricoveri ospedalieri e gli accessi al pronto soccorso”.

Sul tema del rapporto cittadino-paziente nell'incontro con i direttori generali si è discusso anche della formazione del personale a contatto con il pubblico (addetti alle prenotazioni, sportellisti) per affinare e omogeneizzare la qualità della risposta.

“Per mettere realmente pazienti e famiglie al centro di un sistema integrato che sappia dedicare attenzione al malato e non alla malattia, a tutti i livelli serve cortesia, occorre entrare in un'ottica di relazione di servizio. Che significa saper accogliere, rispettare, comprendere i bisogni e, per quanto riguarda il personale che entra in contatto con i cittadini, anche saper sempre fornire informazioni puntuali e corrette”.

“Con la riforma - aggiunge Telesca - molto abbiamo migliorato ma anche abbiamo inserito regole nuove. Vogliamo formare il personale su tutto per poter dare le risposte in linea con quanto è stato fatto”.

Tra i temi affrontati anche l'odontoiatria sociale, perché “il progetto ha iniziato a camminare ma naturalmente l'applicazione va fatta in modo capillare. E ciò richiede un forte sforzo organizzativo da parte delle aziende e dei professionisti che vi operano, oltre alla condivisione di regole comuni”.

“In sostanza ai direttori generali - Telesca - abbiamo dato tantissimi compiti, sfidanti ma fondamentali perché i cittadini possano vedere realmente gli effetti di una riforma che punta a incrementare e ottimizzare i servizi sanitari”.

Tra i temi caldi, anche quello delle vaccinazioni. “La vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della sanità pubblica per la prevenzione primaria delle malattie infettive”, è ribadito del Patto tra Regione e direttori generali. Nel documento si ricorda come la riduzione delle coperture vaccinali comporta il rischio di focolai epidemici per malattie attualmente sotto controllo, o addirittura di ricomparsa di malattie non più circolanti nel nostro paese. Da qui la richiesta di un impegno ulteriore per garantire coperture vaccinali adeguate nel bambino e parallelamente migliorare la percentuale di vaccinazioni antinfluenzali nell'anziano rispetto all'anno precedente.

Nel Patto, “in continuità con quanto previsto gli anni precedenti”, sono stati confermati alcuni indicatori di misurazione delle attività clinico-assistenziali (ricoveri per scompenso cardiaco, dialisi peritoneale, amputazioni per diabete, ictus, frattura di femore, tempi di permanenza in pronto soccorso, parti cesarei) elaborati da un network di Regioni italiane con il coordinamento del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, con lo scopo di mettere in comune una modalità di misurazione e confronto delle performance aziendali.

Sempre in materia assistenziale sono stati assegnati specifici obiettivi sull'attività di chirurgia oncologica che, in coerenza con la prossima istituzione della rete oncologica, hanno lo scopo di delineare e facilitare i percorsi assistenziali per i pazienti. “Dal momento che la riforma sanitaria e le linee di gestione per il 2017 hanno declinato lo sviluppo di modalità operative sempre più orientate ai bisogni dei pazienti, per garantire l'effettiva centralità del cittadino che accede ai servizi sanitari nel Patto si focalizza l'attenzione anche sul contatto telefonico dopo la dimissione da un reparto chirurgico dopo intervento”. L'intento è quello di far sentire al cittadino la vicinanza della struttura che lo ha curato, anche dopo l'uscita dall'ospedale. “Per questo - spiega l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca - è necessario che siano attivate modalità di contatto tra il personale, in possesso delle informazioni cliniche e assistenziali che hanno caratterizzato l'episodio di ricovero, ed il paziente per verificare che il decorso stia procedendo secondo le previsioni”.

Obiettivi anche per l'Ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi (Egas). Ad esso sono stati affidati traguardi non solo di natura amministrativa (come la gara centralizzata del servizio di ristorazione) ma anche di tipo sanitario, in particolare legati all'avvio della nuova Centrale operativa del 118, al monitoraggio dei tempi di attesa, al rapporto con i cittadini.

In qualche caso, infine, sono stati declinati degli obiettivi specifici aziendali, correlati alle diverse specificità. Al Burlo è stato affidato il compito di presentare, in modo coordinato con le altre aziende, una proposta di riorganizzazione dell'attività pediatrica; al Cro vanno il coordinamento e la predisposizione di un progetto per la realizzazione di un'unica Bio-Banca e per l'avvio della Cell Factory regionale, laboratorio specializzato che dovrà produrre terapie basate sull'utilizzo di cellule, come quelle dell'epidermide per i trapianti di pelle o del sistema immunitario per trattare alcuni tipi di leucemia.

02 maggio 2017
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