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Giornata mondiale Aids. In Friuli Venezia Giulia 683 casi di Hiv dal 2010. “La prevenzione è stata fondamentale”

L’assessore Telesca ha evidenziato come l’Hiv sia “una sindrome rispetto alla quale occorre tenere la guardia alta e che può e deve essere drasticamente contenuta mediante comportamenti appropriati”. Per l’assessore occorre continuare a puntare sulla tempestività della diagnosi. Per quanto riguarda i giovani, “agiamo rafforzando informazione e consapevolezza. In questo scenario, la scuola deve giocare un ruolo sempre più incisivo”.

01 DIC - Dal 2010 a oggi sono state notificate in Friuli Venezia Giulia 683 infezioni da Hiv, di cui 483 (70,7%) insorte negli anni 2010-17. Il 78,3% (378) delle nuove diagnosi ha interessato cittadini residenti in regione. “Va ribadito che l’impegno sulla prevenzione è la strada maestra e obbligata per contrastare la diffusione delle infezioni da Hiv. Si tratta di una sindrome rispetto alla quale occorre tenere la guardia alta e che può e deve essere drasticamente contenuta mediante comportamenti appropriati”, ha commentato l’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, presentando i dati in una nota.

Dal 1985 (anno in cui è stato istituito in regione un sistema di sorveglianza), dai dati diffusi dal Fvg si rileva una continua riduzione delle diagnosi attribuibili allo scambio di siringhe non sterili in consumatori di droghe per via endovenosa. Tale modalità, nel periodo 1985-2009 rappresentava il 30% del totale delle diagnosi.

Attualmente la più frequente modalità di contrazione dell’infezione è data da rapporti (non protetti) tra omosessuali maschi (50% nel 2017). Gli eterosessuali, maschi e femmine assieme, rappresentano invece il 38% nel 2017.

Nel 2016, in Friuli Venezia Giulia, l’88% dei nuovi casi da Hiv era riconducibile a maschi, con un tasso d’incidenza di quasi otto volte superiore a quello delle donne. La fascia di età più rappresentata è quella compresa tra i 30 e i 49 anni (61,6% dei casi). Le diagnosi più numerose sono state riportate in uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (45% nel 2016) e, a seguire, in eterosessuali maschi e in eterosessuali femmine.

Per quanto riguarda l’impatto del virus Hiv nelle aree della regione, l’incidenza per 100mila residenti calcolata sui casi diagnosticati nel 2016 è stata superiore nella provincia di Gorizia (pari a 2,6), seguita da Trieste (1,6), dal Pordenonese (1,0) e dalla provincia di Udine (0,6).

“La tempestività della diagnosi rappresenta un aspetto fondamentale della lotta all’Aids e, in generale, alle malattie sessualmente trasmissibili. Per quanto riguarda i giovani, agiamo rafforzando informazione e consapevolezza. In questo scenario, la scuola - ha concluso Telesca - deve giocare un ruolo sempre più incisivo”.

01 dicembre 2017
© Riproduzione riservata

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