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FVG. Medici contro protocolli emergenza: “Gli infermieri non possono sostituirci nella diagnosi”. Scende in campo la Regione

Nei giorni scorsi la Fromceo FVG aveva ipotizzato il reato di abuso di professione medica per gli infermieri dell’emergenza che avessero somministrato terapie. Il Comitato regionale emergenza: “Non tengono conto che la rete dell'emergenza regionale si è strutturata su un modello organizzativo che è evoluto nell'arco degli ultimi trenta anni”

13 APR - La Regione Friuli Venezia Giulia ha auspicato “la riapertura di un dialogo costruttivo tra la Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri del Friuli Venezia Giulia, gli Ordini delle professioni infermieristiche e il Comitato regionale emergenza (Creu) […] sul tema dei protocolli di emergenza applicati in particolare nelle ambulanze. Ciò al fine di trovare le migliori soluzioni organizzative per garantire la continuità di un servizio che oggi riconosce nell'integrazione delle competenze professionali mediche e infermieristiche il punto di forza di sistema”.

La discesa in campo della Regione arriva all’indomani della convocazione nella giornata di ieri del Creu, del quale fanno parte sia medici direttori delle strutture di emergenza urgenza delle Aziende sanitarie della regione sia personale infermieristico esperto in emergenza. Nella seduta il Crea “ha espresso disappunto per la presa di posizione della Federazione regionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri del Friuli Venezia Giulia, secondo i quali i protocolli violano alcuni articoli del codice deontologico”.

Il riferimento è a una dichiarazione della Fromceo del FVG che, nei giorni scorsi, ipotizzava il reato di abuso di professione medica per gli infermieri dell’emergenza che avessero somministrato terapie.

“Non può essere chiesto a noi organi elettivi, esponenti della professione, di avallare norme, comportamenti, principi contrastanti, con quanto ci siamo imposti di osservare secondo un codice di autoregolamentazione giuridicamente riconosciuto”, aveva scritto la Federazione. “Il punto critico è se a tale protocolli debba essere attribuita una valenza diagnostico terapeutica: seguendo questo criterio all’infermiere competerebbe solo l’applicazione del protocollo nella sua parte terapeutica; la scelta della terapia è subordinata alla presenza delle competenze diagnostiche che ne stanno alla base, diversamente per l’infermiere si configura il reato di abuso di professione medica”.
 
“A giudizio del Creu, l'intervento dell'Ordine dei medici vuole interrompere l'accordo sancito lo scorso 5 dicembre 2017 che prevede un confronto sui temi del soccorso territoriale e non tiene conto del fatto che la rete dell'emergenza regionale si è strutturata su un modello organizzativo che è evoluto nell'arco degli ultimi trenta anni. I protocolli, secondo il Comitato, intendono sostanzialmente uniformare a livello regionale le attività di soccorso territoriale in situazioni di emergenza urgenza per garantire trattamenti equi, appropriati ed efficaci alla popolazione”, conclude la nota della Regione.
 

13 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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