Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata dagli Imprenditori Canapa Italia (Ici) contro il Decreto del Ministero della Salute del 27 giugno scorso, che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti.
“Il Giudice amministrativo ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave ed irreparabile danno che l’applicazione del decreto comporta all’intero settore e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito. Per la trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica è stata fissata per il 16 dicembre 2024” spiega in una nota l'Ici.
“Questa decisione rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative ed irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti. Nell’ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del Prof. Ciallella (già Direttore dell’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma), ha dimostrato come il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l’inclusione tra le sostanze stupefacenti”, aggiunge l'Ici.
Il Decreto del 27 giugno 2024 è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti e pareri istituzionali che hanno avuto inizio nel 2020. Già il 1° ottobre 2020, un decreto del Ministero della Salute aveva cercato di aggiornare le tabelle contenenti le sostanze stupefacenti e psicotrope, includendo il Cbd nella sezione B della tabella dei medicinali, soggetto quindi a prescrizione medica non ripetibile. Tuttavia, l’entrata in vigore di questo decreto è stata sospesa il 28 ottobre 2020, a causa delle richieste di ulteriori approfondimenti tecnici da parte delle autorità sanitarie.