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Conte: “Diritto alla salute dimezzato e subordinato agli imperativi economici. Ora un’alleanza per voltare pagina”


Il diritto alla salute, pur garantito formalmente dalla Costituzione, è nei fatti svuotato di contenuto. Una diagnosi impietosa su come l’universalismo del Servizio Sanitario Nazionale sia stato progressivamente eroso da decenni di riforme neoliberiste, soprattutto quelle degli anni Novanta, che hanno favorito privatizzazioni e aziendalizzazione dei servizi. Così il presidente del M5S nella prefazione del nuovo libro di Ivan Cavicchi, "Articolo 32. Un diritto dimezzato".

11 APR - Un grido d’allarme e insieme una proposta politica. Così si può riassumere il senso della prefazione firmata da Giuseppe Conte al nuovo libro di Ivan Cavicchi, "Articolo 32. Un diritto dimezzato", edito da Castelvecchi. L’ex presidente del Consiglio e leader del Movimento 5 Stelle, nelle prime dodici pagine della prefazione al volume, sottolinea con toni critici e appassionati lo stato attuale del diritto alla salute in Italia, definendolo ormai “un mezzo diritto”.

Per Conte, la tesi centrale del libro di Cavicchi è “non falsificabile, in senso popperiano”: il diritto alla salute, pur garantito formalmente dalla Costituzione, è nei fatti svuotato di contenuto. Una diagnosi impietosa che l’autore condivide e rilancia, spiegando come l’universalismo del Servizio Sanitario Nazionale sia stato progressivamente eroso da decenni di riforme neoliberiste, soprattutto quelle degli anni Novanta, che hanno favorito privatizzazioni e aziendalizzazione dei servizi.

Cavicchi, osserva Conte, non si limita a denunciare, ma propone una “contro-prospettiva”, cioè una nuova strategia politica che si opponga al declino del diritto alla salute. Un piano ambizioso che lo stesso Conte si dice pronto a sostenere, parlando apertamente di “alleanza riformatrice” da portare avanti insieme al Movimento 5 Stelle.

In questa ottica, l’articolo 32 della Costituzione – formalmente invariato – può essere riletto alla luce degli articoli 9 e 41, recentemente riformati per includere la tutela dell’ambiente e la sostenibilità. Una sinergia che, secondo Conte, permette di rafforzare il concetto stesso di salute, andando oltre l’ambito medico-sanitario e abbracciando anche dimensioni ambientali, economiche e sociali.

Nel testo, l’ex premier rivendica anche un pezzo della sua esperienza di governo, ricordando l’istituzione della Cabina di Regia “Benessere Italia”, nata per monitorare e promuovere le politiche orientate al benessere dei cittadini, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Un progetto, lamenta Conte, abbandonato dai governi successivi, ma che Cavicchi propone di rilanciare e potenziare.

Uno dei passaggi più innovativi sottolineati da Conte è la proposta di sostituire l’idea di “compatibilità” tra salute ed economia con quella di “compossibilità”. Una svolta concettuale che – nelle parole dell’autore – serve a impedire che il diritto alla salute resti subordinato agli imperativi economici, ponendo invece le basi per un nuovo paradigma in cui salute, ambiente ed economia possano coesistere senza contraddirsi.

Conte conclude la sua prefazione evidenziando la motivazione personale che ha spinto Cavicchi a scrivere il libro: la nascita della nipotina Livia. Un simbolo potente della “quarta generazione” che eredita, secondo l’ex premier, non diritti pieni, ma “mezzi diritti”, frutto del disinteresse e del tradimento delle classi dirigenti passate. “Noi ci siamo – scrive Conte – e siamo pronti a rimboccarci le maniche per tenere alta la speranza di cambiare le cose. È la nostra vocazione”.

11 aprile 2025
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