Oggi pomeriggio, in risposta al question time ad un'interrogazione presentata da Maria Chiara Gadda (Iv), il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha fornito chiarimenti sul nuovo decreto Tariffe relativo ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con particolare riferimento alla manutenzione e riparazione degli ausili per la mobilità, come le carrozzine elettriche.
Schillaci ha sottolineato che, contrariamente a quanto temuto, il nuovo sistema non comporta alcun taglio ai servizi per le persone con disabilità. Anzi, rappresenta un miglioramento organizzativo: le Regioni, attraverso gare pubbliche, stipulano contratti di fornitura che includono anche la manutenzione e la riparazione degli ausili. Questo approccio moderno sostituisce il precedente sistema del 1999, che prevedeva voci specifiche per le riparazioni, come la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche.
Il Ministro ha citato l'articolo 3, comma 2, dell'allegato 12 al Dpcm 12 gennaio 2017, che stabilisce che per i dispositivi inclusi nell'elenco 2A del nomenclatore, le Regioni e le Asl devono stipulare contratti con i fornitori aggiudicatari delle gare pubbliche. Tali contratti devono prevedere l'adattamento personalizzato dei dispositivi da parte di professionisti sanitari abilitati, nonché la manutenzione, riparazione e sostituzione dei componenti.
Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.
"Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito che mi permette di chiarire, definitivamente, la portata del nuovo decreto Tariffe sui LEA.
Parliamo di diritti fondamentali delle persone con disabilità: su questo, non possiamo certo permetterci equivoci. Dopo oltre vent'anni, abbiamo aggiornato le tariffe LEA, con particolare attenzione agli ausili per la mobilità, ma facciamo chiarezza su cosa è cambiato davvero. Nel vecchio decreto del 1999, rimasto in vigore fino al 2024, erano previste voci specifiche per le riparazioni degli ausili, inclusi la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche. Oggi, il nuovo decreto introduce un approccio più moderno: le regioni acquistano le carrozzine elettriche tramite gare pubbliche che includono, nei contratti, anche manutenzione e riparazione. Non è un taglio dei servizi, è un miglioramento dell'organizzazione.
La base normativa, l'articolo 3, comma 2, dell'allegato 12 al DPCM 12 gennaio 2017, stabilisce chiaramente che per i dispositivi nell'elenco 2A del nomenclatore, dove sono incluse le carrozzine, regioni e ASL stipulano contratti con i fornitori aggiudicatari delle gare pubbliche. E cosa devono prevedere i capitolati di gara? Che i soggetti aggiudicatari assicurino l'adattamento personalizzato dei dispositivi da parte dei professionisti sanitari abilitati, più la manutenzione, riparazione e sostituzione dei componenti.
Voglio essere cristallino. Questa disposizione è vigente dal 2017: il nuovo decreto Tariffe non ha determinato alcun impatto negativo sui diritti dell'assistito, le regioni si sono organizzate bene, molte hanno approvato tariffari di riferimento che specificano come la riparazione, sostituzione dei dispositivi protesici, dopo i tempi minimi di garanzia, rimangono a carico delle aziende sanitarie. Prendiamo la Sicilia, citata nell'interrogazione: con il decreto assessoriale n. 869/2024, ha stabilito che la riparazione dei dispositivi protesici, trascorsi i tempi minimi di garanzie, se economicamente vantaggiosa, deve essere effettuata dalle ASL tramite le ditte già aggiudicatarie di gara.
Per quanto riguarda poi l'affermazione che le procedure hanno riguardato solo ausili a bassa complessità, mentre sono in ritardo per quelli ad alta adattabilità, come le carrozzine elettriche, abbiamo visto le ricognizioni di delibere regionali che affermano il contrario.
Diverse regioni, poi, hanno espletato gare pubbliche su tutti gli ausili degli elenchi 2A e 2 B dell'allegato 5 al DPCM LEA provincia Autonoma di Trento, Toscana, Liguria, Friuli-Venezia-Giulia. La conclusione è semplice: in coerenza con le vigenti previsioni nazionali, nessuna compartecipazione alla spesa deve essere richiesta dalle regioni all'assistito; i diritti delle persone con disabilità sono tutelati; il nuovo sistema è più efficiente, più moderno, più trasparente e, soprattutto, cosa che conta davvero, garantisce gli stessi servizi con maggiori qualità organizzativa.
Non accetteremo che interpretazioni scorrette della normativa creino incertezze sui diritti costituzionali garantiti. Anche per questo, proprio ieri è stato inviato, dal Ministero della Salute ai referenti regionali per l'assistenza protesica, un report ad hoc che parla di queste problematiche. Su questo, il Ministero vigila e continuerà a vigilare".
La replica di Gadda. Grazie, Ministro. Mi aspetto un impegno, nel tempo, rispetto a quanto appena affermato oggi in Aula, perché sicuramente dobbiamo avere un approccio più moderno, ma abbiamo forse la necessità, nei confronti dei nostri cittadini, di avere anche un approccio consapevole delle difficoltà quotidiane che vivono le persone con disabilità da un lato, ma anche le loro famiglie, perché l'incertezza che c'è nelle regioni - perché attuare i nuovi LEA è complesso, ci sono stati tanti ricorsi, ci sono stati tanti stop and go - non può essere sulle spalle delle regioni.
Bene, quindi, che il Governo e il suo Ministero assumono un impegno rispetto a indicazioni precise; però, dall'altro lato, non possiamo pensare che una mamma e un papà, per richiedere una manutenzione, per richiedere una nuova batteria, possano passare delle ore, delle settimane, al telefono in attesa di avere dei “no”, di avere delle risposte incerte. Noi quindi questo non possiamo permettercelo.
Avete fatto un Ministero della disabilità. Il punto è che queste famiglie, queste persone, rischiano di rimanere gli ultimi della fila, perché abbiamo una legge delega sulla disabilità che è ferma, non sta andando avanti, quindi il principio della vita autonoma di queste persone è fermo al palo.
Ancora nulla si sa rispetto alla legge sui caregiver. La disabilità è un elemento che porta più fragilità in una famiglia, perché una persona che ha bisogno di una carrozzina elettrica, tendenzialmente ha bisogno di un caregiver, ha bisogno di una persona, quindi il papà, la mamma, un congiunto, che rinunciano anche ad andare al lavoro; ha bisogno di una badante. Molte volte, nella stragrande maggioranza dei casi, la pensione di invalidità, l'accompagnamento, non raggiungono nemmeno i 1.000 euro: per cambiare il joystick di una carrozzina, si devono spendere privatamente 700 euro; una batteria può costare dai 400 ai 600 euro. Noi quindi non possiamo permetterci che queste spese siano a carico dei cittadini, perché altrimenti entriamo nella stessa situazione, che abbiamo di fronte a noi tutti i giorni, delle liste d'attesa, dove chi può pagare, va avanti e invece chi non può pagare, rimane indietro.