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Vaccini. Via l’obbligo per l’ingresso all’asilo, ma restano le sanzioni. La Lega studia una nuova proposta

di L.F.

In casa Lega si vuole dare un’accelerata sul tema vaccini, dove il ddl sull’obbligo flessibile è spiaggiato da un anno in Parlamento, anche perché tra meno di un mese, il 10 luglio, scade il termine per presentare la documentazione vaccinale ai fini dell’iscrizione a scuola.

13 GIU - Via l’obbligo vaccinale per l’ingresso a nidi e scuole dell’infanzia, ma rimarrebbero le sanzioni. È questa la proposta cui starebbe lavorando la Lega per dare un segnale sulla questione vaccini anche perché il ddl A.S. 770 dei Cinque Stelle sull’obbligo flessibile è fermo in commissione Igiene e sanità del Senato da quasi un anno.
 
Dato che il 10 luglio (data entro cui per la legge Lorenzin bisogna presentare la documentazione vaccinale per l’iscrizione a scuola) ‘sta arrivando’ in casa leghista si è quindi deciso di dare un’accelerata.
 
L’idea è quella di emendare il ddl fermo al Senato eliminando l’obbligo per l’ingresso a scuola. In ogni caso le vaccinazioni rimarrebbero obbligatorie ma per chi non le effettua scatterebbero solo le sanzioni amministrative. A quanto si apprende nella proposta leghista sarebbero anche inserite misure per la tutela dei bambini immunodepressi e norme stringenti sulla composizione delle classi.
 
Probabilmente non si riuscirà a fare nulla entro il 10 luglio ma l’obiettivo è quello di lavorare a tambur battente per approvare la nuova legge prima dell’inizio delle scuole a settembre e, quindi, de facto azzerare gli effetti della Legge Lorenzin.
 
I problemi però, non sono pochi. Da un lato c’è da mettere d’accordo la maggioranza giallo-verde i cui intenti sui vaccini, come già visto in questi ultimi 12 mesi, non sono univoci. E poi ci sarà da vedere come reagirà il Ministro della Salute, Giulia Grillo che ha puntato forte sull’obbligo flessibile e che anche per questo è bersaglio costante sui social dove viene accusata di non essere stata incisiva nel voler cambiare la legge Lorenzin.
 
Il sentiero, è dunque stretto, ma la necessità di dare un segnale, soprattutto in casa Lega sembra fortissimo anche perché come dicevamo il ’10 luglio sta arrivando’. Ma nello stesso tempo il destino di questo "colpo di mano" è anch'esso appeso agli equilibri di maggioranza che dopo le elezioni europee devono ancora trovare un riassetto definitivo.
 
L.F.

13 giugno 2019
© Riproduzione riservata

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