D’Anna (Biologi): “Ora basta guerre intestine nella sanità italiana”
“Con questa legge – ha spiegato il parlamentare – gli ordini non avranno più una funzione solo ausiliaria nella pubblica amministrazione, ma anche sussidiaria. Intendo dire che, non solo terminologicamente, ma dal punto di vista del significato del diritto amministrativo, gli ordini non saranno più solo di ausilio, ma si vedranno delegare dei compiti decisionali che sono propri dell'ordinamento di sussidiarietà". Ciò significa, ha precisato ancora D'Anna "valorizzare la funzione degli ordini Professionali, che non saranno più chiamati a fare i cerberi e a valutare i comportamenti difformi rispetto all'ortodossia deontologica, ma potranno, secondo il principio di sussidiarietà, proporre miglioramenti nell'ambito della stessa professione”.
“La sanità – ha proseguito il presidente nazionale dei Biologi – ha una particolare configurazione che non hanno altre attività. Nelle altre attività della pubblica amministrazione, infatti, si può anche decidere di non disciplinare, di non controllare e di non vigilare e ciò potrebbe anche portare un risparmio in agricoltura, nei lavori pubblici e in qualche altro ambito di intervento della pubblica amministrazione. In sanità invece vale l'esatto contrario: ogniqualvolta non si disciplina e non si adegua la normativa alle mutate esigenze sanitarie, si producono disservizi e carenza di assistenza e si produce, al contempo, anche un aumento del debito sanitario”.
Quindi, ha sottolineato D'Anna “ben venga ogni provvedimento che vada nella direzione di una più moderna disciplina e di una maggiore dinamicità dell'ambito normativo, all'interno del quale i singoli professionisti si vanno a muovere”.
E a proposito delle doglianze sul ddl “che ho pure letto e appreso dai giornali” ha aggiunto il parlamentare “non voglio fare polemiche con nessuno”. “Noi – ha ribadito il presidente nazionale dei Biologi – siamo una società ormai a democrazia avanzata. Capisco che ci siano ordini più autorevoli, perché più accorsati, come quello dei Medici, dei Farmacisti e degli Avvocati. Credo però che con l'evoluzione dei tempi (che non sta modificando i rapporti di forza, perché l'autorevolezza viene dalla funzione che si svolge e non dal numero degli iscritti) la sanità italiana, più che di guerre intestine, abbia bisogno di un principio di concordia, perché alla fine la mission è sempre la stessa: tutelare la salute dei cittadini”.
22 Dicembre 2017
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