Il Partito democratico attacca la Giunta Polverini sulla campagna mediatica per la riduzione delle liste di attesa. “Si sta rilevando un classico esempio di pubblicità ingannevole roba da esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato”, ha affermato Esterino Montino. “Secondo la nostra rilevazione – sostiene l’esponente del Pd – tra quanto promesso in migliaia di manifesti, inserzioni su quotidiani grandi e piccoli e un profluvio di spot radiofonici, e la realtà c’è uno scarto che oscilla dal 95 al 90%. Lo spot radiofonico, in onda questi giorni sulle maggiori emittenti, non promette ma addirittura garantisce, che con l’apertura degli ambulatori degli ospedali S. Camillo , S. Andrea e S. Giovanni sabato e domenica, si sarebbero fatti 2500 esami in più al mese. Dopo il primo mese i dati sono questi: risultano effettuati solo 130 esami. Circa 50 di risonanza magnetica, 20/25 tac, 30 visite cardiologiche e altrettante ginecologiche. Il grosso delle prestazioni è stato fatto dal S. Andrea con 20 esami radiologici (tac e rmn) e 60 visite per problemi cardiaci e ginecologici. Al S. Giovanni risultano effettuate solo 36 risonanze magnetiche. Il S. Camillo ha prodotto solo 13 tac e solo da questo week end dispone di un medico e di un infermiere che lavorano al progetto”. Per il Pd “tutto è disorganizzato e lontano dall’essere una iniziativa di una qualche efficacia per i cittadini. A questi numeri sono da aggiungere quelli che produrrà il totalizzatore degli esami effettuati tra oggi e domani. Anche considerando questi , resta il fatto che lo scarto tra quanto promesso e quanto mantenuto oscilla tra il 90 e il 95%. Percentuali da pubblicità ingannevole pagata oltre 300 mila euro. Chiedo alla Presidente di rendere noti i dati ufficiali delle viste effettuate in questi primi quattro week-end nei tre ospedali interessati dall’iniziativa, ma, soprattutto , se è in grado di farlo , dire quando e secondo quale programma operativo, la realtà si potrà almeno avvicinare ai numeri “garantiti” dagli spot radiofonici. La sanità del Lazio con i suoi drammatici problemi non può essere ridotta a “location” per spot personali che dicono il falso. E’ un deriva che sa di strumentalizzazione e che medici , infermieri e tutti quelli che vi lavorano non meritano proprio. Messaggi cosi ingannevoli ledono la credibilità stessa delle istituzioni”.