Locatelli (ministro per le Disabilità): “Serve una svolta nella presa in carico. Al centro la qualità di vita, non solo le terapie”
Locatelli si è complimentata con il sindacato “per tutto il lavoro che state portando avanti in un settore molto complesso, molto delicato, ma anche molto sfidante. Devo dire che soprattutto per noi che ci occupiamo anche della dimensione sociale e relazionale della vita delle persone è importante più che mai guardare al futuro in un’ottica di cambiamento. In un’ottica anche un po’ di ripensamento e di ristrutturazione di tutti quelli che sono i sistemi di presa in carico della persona. Nel mio caso intendo della persona con disabilità, con patologie gravi, complesse ma anche degenerative, oncologiche, rare ma io direi più in generale, questo vale per tutti”.
“Ecco – ha quindi sottolineato il ministro -, il sistema di presa in carico delle persone dal punto di vista sociale, sanitario e sociosanitario deve avere una svolta, deve avere uno sguardo differente per il futuro. Per quanto riguarda le persone con disabilità grazie alla riforma sulla disabilità e al progetto di vita in particolare, mettiamo al centro la persona del sistema di presa in carico che tiene insieme gli aspetti prettamente sanitari, con quelli prettamente sociali, per obbligare chi opera nei due settori a dialogare ma non solo, a cooperare per dare delle risposte che tengano conto davvero della vita di ogni persona, dei suo diritto di scegliere, delle preferenze, così come previsto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”.
“Questa – ha proseguito – è una grande sfida che abbiamo davanti, ma sempre più determinante da qui e per il futuro perché abbiamo capito, ormai da tempo, che gli strumenti di cui ci siamo sempre avvalsi fino ad oggi, ora iniziano a scricchiolare. Forse non funziona più tutto come funzionava quarant’anni fa, 30 anni fa, quando sono iniziati i primi sistemi di welfare. Anche un po’ prima. Ma abbiamo bisogno di dare risposte sempre più mirate, personalizzate e anche di flessibilizzare i servizi proprio per andare incontro alle esigenze specifiche di ogni persona e per rendere dignitosa la vita di ognuno, anche nel percorso di cura, che sia ospedaliero, che sia domiciliare, che sia di un decorso rispetto a una malattia o una patologia, oppure in una condizione di disabilità grave o gravissima che necessita di sostegni davvero che siano specifici e mirati alle esigenze e ai bisogni. In tutto ciò non ci possiamo dimenticare delle famiglie, ma quello che sinceramente io ritengo più importante è far emergere la persona, il suo valore, le sue capacità. Una persona per avere una vita dignitosa ha bisogno sicuramente di benessere, salute e cure, di medicine magari, ma ha bisogno anche di poter avere una vita piena e partecipata dal punto di vista sociale, ricreativo, sportivo, relazionale, affettivo. Ecco, noi viviamo per questo, per poter avere una vita felice”.
“Quindi – ha concluso il ministro – tutti coloro che operano nelle istituzioni, nei vari contesti, dicevamo, sanitario, sociosanitario, sociale, in qualsiasi ambito della vita, anche quello scolastico, sportivo e quello del lavoro, devono in qualche modo tutti questi ambiti e tutti coloro che operano in questi ambiti, devono concorrere alla costruzione di un progetto di vita e di un percorso dignitoso nella vita di ogni persona. Sono sicura che ognuno di voi sta facendo questo e queste sono riflessioni che oggi farete, alle quali appunto volevo portare uno spunto in più e che concorreranno anche a dare davvero uno sguardo, spero sempre più rinnovato verso il futuro”.
12 Novembre 2025
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