Rasi: Non ci saranno nuovi antibiotici prima di 5-6 anni
Guido Rasi direttore generale dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), questa mattina nel corso della presentazione della campagna di comunicazione “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela”, ha lanciato un allarme dicendo che “non ci saranno nuovi antibiotici prima di 5-6 anni” aggiungendo inoltre “non è detto che questi funzionino”.
Da qui l’importanza della campagna di comunicazione, ha spiegato il direttore generale dell’Aifa per “promuovere un uso appropriato degli antibiotici, poi ridurre lo sviluppo dell’antibioticoresistenza, limitare l’eccesso di spesa liberando in questo modo risorse da destinare all’innovatività e infine ridurre gli effetti avversi”.
Rasi, nel lanciare il suo allarme, ha illustrato la sperimentazione clinica sui nuovi antibiotici “9 sono state le sperimentazioni cliniche dei farmaci antibatterici e antimicotici nel 2010”. Nel dettaglio possiamo vedere che si è avuta “una sola sperimentazione per la Fase1, sei sperimentazioni nella fase 2, nessuna di Fase 3, una sperimentazione di Fase post-marketing e infine una sperimentazione relativa allo studio di bioequivalenza/biodisponibilità”.
“Immunologia – ha proseguito il direttore generale dell’Aifa – e malattie infettive insieme alle malattie dell’apparato respiratorio sono le aree terapeutiche maggiormente studiate”. Il dato più preoccupante però riguarda i tempi di realizzazione “5-6 sono gli anni stimati necessari per arrivare dalla Fase II al mercato” e in più ha aggiunto Rasi “non è detto che funzioni”.
Il problema emergente è il superbatterio. Si chiama New Delhi Metallo-beta- lactamase-1. Guido Rasi lo ha presentato in questo modo “il superbatterio, originario dell’India, è comparso anche in Europa. Nei Paesi del Regno Unito (dove è forte la frequentazione con l’India), in Francia, in Svezia e Olanda. Anche gli Stati Uniti però insieme a Kenia e Oman non ne sono immuni. Questo batterio è essere resistente alla maggior parte degli antibiotici. Nessun nuovo antibiotico in sviluppo è efficace contro il Ndm-1”.
“Il target della campagna – sono parole di Rasi – è la popolazione in generale e gli operatori sanitari”. Quali i messaggi di questa campagna? Spingere le persone ad “usare gli antibiotici solo quando necessario, dietro prescrizione del medico e secondo le modalità da lui indicate”. Questo – ha spiegato ancora il direttore generale dell’Aifa – è fondamentale “perchè spesso si usano in modo inappropriato per uno o due giorni e poi si smette. Mentre il ciclo completo riduce i rischi”. Rasi si è poi raccomandato di un usare gli antibiotici “per raffreddori o influenza, perchè non curano le malattie virali”.
“A seguito della prima edizione della campagna si è evidenziata, nel periodo di riferimento (gennaio 2009 su gennaio 2008), una diminuzione del consumo di antibiotici pari a – 8% corrispondente a una minor spesa di 18,5 milioni di euro”. Questo per quanto riguarda la prima campagna, la seconda campagna ha affermato Rasi è andata ancora meglio “nel confronto del primo trimestre 2010 – primo trimestre 2009, sono state evidenziate una diminuzione dei consumi dell’11%, pari ad un risparmio di 17 milioni di dosi giornaliere passati da 158 a 141 milioni di dosi”. Il che in termini di spesa, secondo l’Aifa, si è tradotto “in una diminuzione di 56 milioni di euro, passata da 324 a 268 milioni di euro” ovvero il 17% in meno.
Questi dati per Rasi dimostrano la “validità e l’efficacia delle campagne di comunicazione sugli antibiotici nell’orientare i comportamenti della popolazione”.
Infine Rasi ha parlato delle nuove sfide da vincere “Alleanza tra sistema regolatorio, specialisti e prescrittori per un uso sempre più mirato e razionale degli antibiotici sia in medicina generale sia in ospedale. Produzione di raccomandazioni cliniche condivise (approccio multidisciplinare) sull’uso appropriato. Capacità di affinare le modalità di monitoraggio delle prescrizioni sia in comunità che in ospedale”.
17 Novembre 2010
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