Le donne “rappresentano circa il 70% della forza lavoro in sanità, sono quindi la spina dorsale del nostro sistema d’assistenza, ma la loro presenza ai vertici è ancora molto limitata e questa è la spia evidente di una difficoltà a garantire eque opportunità di carriera e di valorizzazione professionale”. Ma “il tema dell’equità di genere nella leadership sanitaria non è soltanto una questione di giustizia o di diritti, ma una questione di qualità del sistema”.
Cosìil ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto oggi a Roma alla presentazione del Rapporto 2025 dell’Osservatorio sull’Equità di genere della leadership in sanità, promosso dall’associazione Leads – donne leader in sanità, e realizzato in collaborazione con l’università degli Studi di Milano.
Per Schillaci “un sistema che funziona è in grado di assicurare opportunità realmente paritarie, che rafforzano la capacità decisionale, la produttività, la motivazione dei team e quindi, in ultima analisi, la qualità dei servizi sanitari. Per questo ritengo che la parità di genere sia un importante fattore di qualità, di innovazione e sostenibilità”. Del report “colpisce – ammette il ministro – come solo il 23,6% dei direttori generali sia donna e che fra i primari le donne siano poco meno del 23%. Allo stesso modo, è certamente un dato ancora negativo che nel mondo accademico le professoresse ordinarie nelle scienze mediche siano solo il 22%”.
Dunque per Schillaci “è necessario promuovere percorsi di carriera più equi, valorizzare il talento femminile, favorire la conciliazione tra vita professionale e familiare e garantire pari opportunità di accesso ai ruoli decisionali. La leadership femminile porta con sé nuove prospettive, una maggiore attenzione alla dimensione relazionale della cura e una visione inclusiva del lavoro di squadra, valori fondamentali per una sanità moderna, sostenibile e vicina ai cittadini. Solo valorizzando il talento, le competenze e la visione delle donne potremo realizzare una sanità più giusta, più moderna e più efficace”.