Tartaglia: “Un passo importante per migliorare il tasso di sopravvivenza”
La questione dei volumi di attività non è solo correlabile alla curva di apprendimento professionale e al mantenimento di una adeguata performance chirurgica ma anche alla gestione più complessiva dei casi clinici che, evidentemente, non può limitarsi al solo atto chirurgico ma ha bisogno di tutta una organizzazione sanitaria che precede e segue l'intervento. La qualità dell'assistenza non può prescindere oggi dall'analisi degli esiti.
Per raggiungere questo obiettivo sono necessari: la massima trasparenza dei dati e loro affidabilità, saper lavorare in team e in rete, essere in grado di dare una indicazione chirurgica che sia il risultato di una valutazione interdisciplinare dei casi clinici e non più del singolo professionista, aver acquisito una buona capacità chirurgica secondo un percorso di carriera con regole precise e predefinite.
Si tratta di condizioni essenziali che è auspicabile favoriscano il passaggio da "volume based system" a "value based system", in altri termini da una chirurgia basata sulla quantità ad una basata sul valore della prestazione (in termini di qualità e sicurezza), dove la transizione verso l'attore equivalente, al pari di altre specialità, trovi una completa attuazione.
In questa logica, l'introduzione da parte della Provincia di Bolzano della certificazione della chirurgia oncologica rappresenta un passo molto importante per migliorare il tasso di sopravvivenza dei pazienti oncologici. In caso di malattia tumorale, ogni paziente potrà ricevere un trattamento secondo i più moderni standard scientifici.
L'organizzazione sanitaria della chirurgia oncologica in Alto Adige si baserà, a seguito di questo atto della Giunta Provinciale, su alcuni pilastri:
1. Il rispetto delle soglie previste per specifica patologia (soglie di struttura);
2. Il rispetto delle soglie previste per chirurgo, dedicato alla gestione clinica di definite patologie (soglie professionali);
3. La griglia degli indicatori, contenente il percorso di ogni paziente oncologico e la rispondenza dei criteri di qualità
definiti;
4. L‘implementazione di Tumor Boards, in grado di assicurare una collaborazione strutturata ed in rete tra gli specialisti coinvolti ed afferenti alle varie specialità cliniche.
E' auspicabile che questo documento rappresenti un punto di riferimento per tutte le regioni interessate al miglioramento del servizio sanitario e sia oggetto di una riflessione e dibattito da parte dei professionisti e decisori politici.
Riccardo Tartaglia
Direttore Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente Regione Toscana
Coordinatore Comitato tecnico delle Regioni e Prov. Autonome per la Sicurezza delle Cure
13 Marzo 2013
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