“Le prove sono state un susseguirsi di errori e disorganizzazione. Avevamo avvertito che l’anonimato e le procedure non sarebbero state garantite. E’ emersa chiaramente l’impreparazione del ministero, che ha scelto di forzare una riforma mai realmente discussa con chi l’università la vive tutti i giorni. Non è governance: è propaganda spacciata per innovazione. Il numero chiuso va abolito, non reinventato peggio. Siamo pronti a un ricorso collettivo di massa”. Sono le parole di Alessandro Bruscella, coordinatore nazionale dell’Udu, l’Unione degli universitari, dopo che, prosegue l’Udu, “le prime prove del semestre filtro, svolte ieri in tutta Italia, hanno confermato ciò che denunciamo da mesi: è un meccanismo ingiusto e mal costruito. Come Unione degli universitari eravamo davanti a ogni sede per ribadire un fatto evidente: questo sistema danneggia gli studenti e non migliora l’università. In poche ore sono emerse decine di segnalazioni di irregolarità, circolate online e attraverso canali privati”.
“Per tutelare gli studenti e fare piena luce su quanto accaduto, insieme allo studio dell’avvocato Michele Bonetti abbiamo avviato sia le procedure per un ricorso collettivo sia per un accesso agli atti, con l’obiettivo di raccogliere tutte le irregolarità e costruire un dossier completo da portare nelle sedi opportune. La nostra posizione – spiega l’Udu – è netta: questo Governo continua a costruire un’università che seleziona, esclude e scarica responsabilità sugli studenti invece di investire davvero nel sistema. Per le irregolarità di tutti questi giorni e per un sistema che caccia fuori gli studenti dopo 6 mesi, spostandoli da una parte all’altra del Paese, siamo pronti a un ricorso collettivo che chieda per tutti l’ingresso in sovrannumero e nella prima sede”.