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Oliveti (Enpam): “Il medico della persona, della famiglia e della comunità non può essere sostituito dalla medicina della persona, della famiglia e della comunità”


21 APR - “La nuova sanità si sta concentrando su un nuovo modello organizzativo, centrato sulla assistenza di base, tramite un’adeguata presa in carico della comunità di riferimento, con team multidisciplinari e uso della telemedicina. Al centro, però, c’è il cittadino, con il suo diritto di salute e di scelta del medico di fiducia. Credo che questo diritto sia fondamentale perché il capitale umano è la risorsa più importante e strategica, ed è una leva anche per lo sviluppo dei sistemi organizzativi”. Lo ha detto Alberto Oliveti, presidente Enpam, intervenendo alla Conferenza nazionale sulla Questione Medica promossa dalla Fnomceo.

Per Oliveti, quindi, “la professionalità, i bagagli di conoscenze e le competenze, le attitudini e le abilità, devono sostanziale la finalità della salute con un esercizio indipendente della professione. L’indipendenza è fatta di autonomia e responsabilità”. “Io credo nel medico della persona, della famiglia e della comunità, che non può essere sostituito dalla medicina della persona, della famiglia e della comunità”, ha sintetizzato il presidente dell’Empam.

Il merito al futuro pensionistico dei medici, Oliveti ha evidenziato come “l'attuale situazione sta portando a presenza di pre-pensionamenti importanti che vanno a impattare sulla gobba previdenziale. Enpam è attenta al lavoro, perché dal lavoro nascono i contributi”. Il presidente dell’Enpam ha quinti spiegato che “la scelta di garantire una long term care a tutti i medici italiani e di consentire l’iscrizione all’Ente degli studenti al 5° e 6° anno dei corsi di laurea in Medicina e Ondoiatria sta significare la volontà di creare un circuito generazionale che sostanzi un patto professionale”.

Da parte di Oliveti anche la disponibilità dell’Enpam a impegnarsi nella realizzazione “delle strutture e infrastrutture" previste dal Pnrr "per la telemedicina in un Paese non particolarmente connesso e abbiamo anche dato delle disponibilità a fare da componente privata nel partenariato pubblico-privato di cui si sta parlando. E ovviamente a fare il nostro mestiere per la previdenza post lavorativa, ma chiediamo maggiore autonomia, come era nei patti al momento della privatizzazione, per poter coniugare l’esigenza di sostenibilità con la possibilità di dare sostegni immediati”.

21 aprile 2022
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