"Ho il sospetto che sia un no politico" quello che ha fatto saltare nella fase finale la trattativa sul contratto nazionale del comparto sanità 2022-24. Lo ha dichiarato Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione a '24 Mattino' su Radio 24.
"Noi - ha spiegato - proponevamo un incremento che corrispondeva al 6,8%, quindi 172 euro di aumento, e la possibilità di firmare questo contratto ci avrebbe poi consentito di aprire immediatamente la trattativa per il contratto successivo, quello della tornata 2025-27, che prevedeva un ulteriore 6,9% con altri 186 euro di incremento salariale. Questa pre-intesa sul contratto prevedeva inoltre anche una serie di risposte a quelle che sono emerse come criticità nel comparto della sanità, mi riferisco per esempio alle persone che operano nei pronto soccorso. Ai 170 euro si aggiungevano per gli operatori del pronto soccorso altri 240 euro mensili, che diventavano 300 nel 2025 e 366 nel 2026".
"La signora Longobardi (segretaria Fpl-Uil) e Landini", leader della Cgil, ha aggiunto il ministro, "dovranno raccontare ai lavoratori che i dipendenti del pronto soccorso rinunciano a 510 euro di aumento. Allora la mia domanda è: esiste anche nel privato un altro contratto che prevede incrementi mensili di 500 euro?", ha chiosato Zangrillo.
"Il sindacato che non ha firmato" la pre-intesa per il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanità 2022-24 "si è assunto una grave responsabilità e io mi auguro che questa non sia la prima espressione di quella 'rivolta sociale' a cui allude" il leader della Cgil "Landini, spero che questa rivolta sociale non si realizzi sulla pelle dei lavoratori", sottolinea il Ministro.
"Questo passaggio è stato grave - ha spiegato - Le risorse che abbiamo stanziato sono importanti, abbiamo stanziato 8 miliardi per i rinnovi 22-24 in una legge di Bilancio che valeva 24 miliardi, quindi un terzo della legge di Bilancio di un anno fa era per i rinnovi dei contratti pubblici. Vorrei che qualcuno mi raccontasse se nella storia della Repubblica c'è mai stata una legge di Bilancio che stanziasse un terzo del suo valore ai rinnovi dei contratti Pa. Il mio auspicio ora è che ci sia un sussulto di attenzione verso i lavoratori, quindi la disponibilità di stare nei tavoli negoziali e trovare una sintesi a favore dei lavoratori", ha auspicato il ministro.
"Se la posizione di Cgil e Uil al tavolo negoziale è quella di dire 'le risorse che ci avete proposto non sono sufficienti', francamente io non vedo degli spazi ulteriori" per altri rinnovi contrattuali della Pa, ha aggiunto Zangrillo.