“La confusione generata in seguito alla sentenza del Tar del dicembre scorso sta mettendo in crisi aziende e pazienti: il ministero della Salute chiarisca che i dispositivi medici per l’assistenza protesica contenuti nel nuovo Nomenclatore sono attivi”.
Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità, la verticale di Confimi industria che rappresenta le imprese produttrici di dispositivi medici, si appella al Governo per un intervento chiarificatore. Tutto nasce il 30 dicembre scorso quando il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha sospeso il decreto del ministero della Salute sull’aggiornamento - che sarebbe dovuto entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2025 - delle 1.113 tariffe sulle 3.171 associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Una sospensione che invece non riguarda gli ausili inseriti nel nuovo Nomenclatore per l’assistenza protesica.“I nuovi codici e le nuove tariffe, che sostituiscono quelle inserite nel nomenclatore del ‘99, sono attive, ma dalle Regioni arrivano richieste con difformità di applicazione che potrebbero compromettere la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”, spiega Pulin. Proprio oggi la camera collegiale del Tar del Lazio si riunisce per decidere il futuro dell’assistenza ambulatoriale e tra 45 giorni, un tempo troppo lungo per le aziende, sarà pubblicata la sentenza. Perché nel frattempo “ogni Regione si sta riferendo a codici e tariffazioni differenti danneggiando aziende e pazienti”, dice Pulin.
Se in Friuli e in Trentino le Asl si stano attenendo ai codici 2025 per gli ordini dei dispositivi medici protesici, in Lombardia stanno utilizzando il vecchio nomenclatore in attesa della decisione del Tar. In Veneto “ogni Asl procede diversamente: a Padova e Treviso utilizzano i nuovi codici, a Verona quelli del ’99 e a Vicenza sia i nuovi sia i vecchi”.
Più confusa la situazione in Piemonte: “Le nostre aziende ricevono richieste di dispositivi medici con i codici nuovi ma con i prezzi contenuti nel Nomenclatore del ‘99”, spiega Pulin.
Ancora: in Emilia Romagna nuovi codici e gare sono basati su elenco 2a e 2b, mentre in Puglia, Marche, Lazio, Sicilia e Campania arrivano richieste per ausili inseriti del nuovo Nomenclatore ma con una tariffazione riferita a elenco 2a e 2b.
“Chiediamo un intervento del ministero della Salute perché chiarisca la linea da seguire prima della pubblicazione della sentenza del Tar: tra Payback, crisi economica e industriale non possiamo rischiare di mettere a rischio le forniture sino alla primavera”, conclude Pulin.