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Osteopati. Roi: “Serve decreto su equipollenze per il percorso di riconoscimento della professione”


È quanto ha affermato la Presidente del Registro osteopati italiani (Roi), Paola Sciomachen in audizione in Commissione Affari sociali della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva per il riordino delle Professioni sanitarie. “L’osteopatia può giocare un ruolo strategico, grazie alla sua capacità di intervenire in modo complementare e sinergico con le altre discipline mediche”. IL DOCUMENTO

19 FEB -

“Il percorso verso il pieno riconoscimento della professione osteopatica rappresenta un traguardo fondamentale per garantire il suo adeguato inserimento nel sistema sanitario nazionale. Un passaggio cruciale in questa direzione è costituito dal decreto sulle equipollenze, che permetterà di consolidare la figura dell’osteopata all'interno del quadro normativo e professionale, offrendo ai professionisti un chiaro riferimento legislativo e ai cittadini un servizio sanitario maggiormente strutturato. Affiancare e sostenere la categoria nel processo di transizione verso l’Albo professionale è un obiettivo prioritario, da perseguire attraverso una collaborazione sinergica con l’Ordine TSRM e PSTRP. Questo passaggio non solo garantirà una maggiore tutela per i professionisti, ma rafforzerà anche la qualità dell’assistenza fornita agli utenti, promuovendo una regolamentazione che valorizzi le competenze e le specificità della disciplina osteopatica”. È quanto ha affermato la Presidente del Registro osteopati italiani (Roi), Paola Sciomachen in audizione in Commissione Affari sociali della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva per il riordino delle Professioni sanitarie.

“Un altro elemento chiave di questo percorso – ha evidenziato - è la partecipazione attiva ai lavori della XII Commissione della Camera, che sta attualmente conducendo un’importante revisione delle competenze delle professioni sanitarie. In questo contesto, il contributo degli osteopati, insieme agli ordini professionali, alle associazioni tecnico-scientifiche e alle istituzioni preposte, è essenziale per garantire un aggiornamento delle competenze professionali in linea con l’evoluzione dei bisogni di salute della popolazione. A tal proposito, è fondamentale sostenere il progetto di revisione dei profili professionali delineato dal Ministero della Salute. L’obiettivo è quello di adattare le competenze sanitarie alle mutate esigenze di assistenza, assicurando un’integrazione efficace tra le diverse figure professionali”.

“L’osteopatia – ha rimarcato - può giocare un ruolo strategico in questo processo, grazie alla sua capacità di intervenire in modo complementare e sinergico con le altre discipline mediche. Inoltre, la figura dell’osteopata dovrebbe essere adeguatamente considerata all’interno del piano di revisione delle professioni sanitarie sul territorio. In un contesto di crescente complessità nella gestione dei pazienti con patologie croniche, l’osteopatia può rappresentare un valido supporto per il Servizio Sanitario Nazionale, lavorando in team multidisciplinari insieme a medici e altri professionisti sanitari. La sua integrazione nei percorsi di cura potrebbe contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti, favorendo un approccio terapeutico più ampio e personalizzato. Essendo una professione relativamente giovane nel panorama sanitario italiano, l’osteopatia ha il vantaggio di non dover affrontare le rigidità tipiche di ruoli e gerarchie consolidate. Questa caratteristica rappresenta un punto di forza, poiché consente alla categoria di essere un motore di innovazione e di cambiamento”.

“La flessibilità degli osteopati e la loro predisposizione alla collaborazione interprofessionale possono costituire un modello virtuoso per l’intero sistema sanitario, incentivando una maggiore integrazione tra le diverse figure sanitarie e promuovendo un’assistenza più efficace e centrata sul paziente. In sintesi, il riconoscimento della professione osteopatica, la sua regolamentazione e il suo inserimento nei percorsi assistenziali rappresentano passi fondamentali per garantire un sistema sanitario sempre più efficiente e rispondente alle reali necessità della popolazione. Lavorare in questa direzione significa non solo valorizzare la figura dell’osteopata, ma anche contribuire alla costruzione di un modello sanitario innovativo e orientato alla multidisciplinarietà”, ha concluso.



19 febbraio 2025
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