Psicologi Ssn. Aupi scrive al Governo: “Necessario incontro su ingerenza dei tribunali in attività sanitarie”
Il segretario generale Ivan lacob denuncia “la crescente interferenza, o meglio ingerenza, dei Tribunali nelle attività sanitarie, anche attraverso la richiesta e imposizione dell'invio di Relazioni da parte dei Servizi sanitari a mezzo deposito telematico”. Così, sottolinea Iacob, gli psicologici, ”invece di svolgere il lavoro di presa in carico, cura e prevenzione”, si trovano ad occupare larga parte del proprio tempo in attività da “Consulenti d'ufficio”. LA LETTERA
12 MAR - Gli psicologi del Ssn non sono consulenti da ufficio ma professionisti a servizio della salute pubblica, individuale e collettiva. A ricordarlo
Ivan Iacob, segretario generale dell’Aupi, il sindacato degli Psicologi Italiani, in una lettera indirizzata al ministro alla Salute,
Orazio Schillaci; alla vice ministro del lavoro e delle politiche sociali,
Maria Teresa Bellucci; al sottosegretario alla Giustizia,
Andrea Delmastro; e, tra gli altri, al presidente della Conferenza delle Regioni,
Massimiliano Fedriga; al presidente della Fisco,
Giovanni Migliore, e al presidente della Federsanità Anci,
Fabrizio d'Alba, per chiedere un incontro sul tema della “ingerenza dei Tribunali” nell’attività dei dirigenti psicologi del Ssn.
“Negli ultimi anni – spiega Iacob -, le Aziende Sanitarie hanno fatto fronte ad un problema sempre più pressante: la crescente interferenza, o meglio ingerenza, dei Tribunali nelle loro attività sanitarie, anche attraverso la richiesta e imposizione dell'invio di Relazioni da parte dei Servizi sanitari a mezzo deposito telematico (PCT). Questo rappresenta l'ennesima invasione di campo che nulla ha a che fare con la Salute pubblica, anzi si rivela essere un ostacolo, un disturbo alle tante attività volte a garantire la promozione del diritto alla salute individuale e collettiva. Nei fatti, invece di svolgere il lavoro di presa in carico, cura e prevenzione, gli Psicologi sono costretti ad occupare larga parte del proprio tempo di lavoro trasformandosi, impropriamente, in Consulenti d'ufficio”.
Il punto, secondo il presidente dell’Aupi, è che “si confonde un problema sociale, giudiziario, con un problema di salute: non tutte le coppie in conflitto presentano una patologia da curare, quindi, non possono e non devono essere rinviate al Sistema Sanitario. Tale errore di impostazione non solo intasa ulteriormente il SSN, ma non porta neppure a una soluzione in quanto, se il problema non è sanitario, non può essere risolto con strumenti sanitari”.
Per Iacob è necessario che “i sanitari siano messi in condizione di fare il loro lavoro compiendo gli atti e le competenze della propria professione ovvero intervenire con i propri saperi e tecniche per prevenire, diagnosticare, curare e riabilitare i veri problemi di salute”.
12 marzo 2025
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