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La Spezia. Salta accordo tra Marina militare e Asl 5? Gli infermieri militari non iscritti all'Ipasvi non possono lavorare nel Ssn


Una circolare della Direzione Generale del personale militare del 2011 stabilì che l'iscrizione alla Federazione Ipasvi non era da ritenersi obbligatoria per gli infermieri miliari. Requisito, però, necessario per operare nelle strutture del Ssn. Rischiano così di saltare gli accordi di agosto 2013 che prevedevano, in un progetto di scambio reciproco di professionalità, la presenza dei militari per 18 ore settimanali negli ambulatori dell'Asl.

25 APR - Gli accordi stipulati lo scorso 14 agosto 2013 dall'Ammiraglio di Squadra Andrea Toscano, Comandante del Dipartimento Militare Marittimo dell'Alto Tirreno, e Gianfranco Conzi, Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale 5 di La Spezia nell'ambito di un progetto di scambio reciproco di professionalità per il miglioramento dell'erogazione di servizi sanitari a favore del personale militare e della popolazione civile, rischiano di venir meno. La causa? Gli infermieri della Marina militate non possono operare all'interno delle strutture del Ssn perché non sono iscritti alla Federazione nazionale dei Collegi Infermieri Ipasvi. A denunciare il fatto è Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la Tutela dei Diritti dei Militari e Forze di Polizia.

Comellini ha spiegato come, nell'ambito dell'accordo del 2013, furono stipulati due documenti: un "Atto di permuta beni e servizi" e una "Convenzione per l'uso dei locali". Nello specifico, la permuta avrebbe dovuto dare vita alla collaborazione del personale sanitario dell'Amministrazione della difesa con quello del Servizio sanitario nazionale, in uno scambio reciproco di professionalità con integrale compensazione delle spese tra le parti. Grazie a quegli sarebbe stato anche possibile per gli utenti civili accedere all'uso della Camera Iperbarica collocata presso la sede Comsubin, con spese sempre compensate.

Alla base dell'accordo tra la Marina militare e la Asl 5 di La Spezia per far fronte ad una integrale compensazione delle spese, i militari avrebbero garantito, nel reciproco scambio di servizi, la presenza di personale infermieristico da destinare, per tre ore al giorno, dal lunedì al sabato, presso i neonati ambulatori della Asl, all'interno del comprensorio dell'ex ospedale militare Falcomatà di La Spezia. "Ad oggi però - spiega Comellini - negli ambulatori non si è vista neanche l'ombra di un infermiere militare".

"Il requisito obbligatorio per l'esercizio della professione sanitaria infermieristica all'interno delle strutture del Ssn nonchè in regime libero professionale, sia in Italia che nei Paesi UE, è proprio quell'iscrizione alla Federazione nazionale dei Collegi Infermieri Ipasvi di cui igli infermieri militari sono sprovvisti. A tal proposito la Direzione Generale del personale militare con la circolare n. 013/0004870 del 31/03/2011, stabilì che l'iscrizione alla Federazione Ipasvi non era da ritenersi obbligatoria. La circolare - ha aggiunto il segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari - trasmessa allo Stato maggiore marina ed all'Ispettorato di sanità della marina militare, fu diramata a tutti i comandi e ai loro enti militari dipendenti, con l'effetto che gli infermieri militari non si sono mai iscritti alla Federazione. In altre parole gli infermieri militari non possono svolgere la loro professione al di fuori dell'ambito strettamente militare".
 
Quindi, gli unici infermieri della Marina che potrebbero prestare servizio qualche ora della loro giornata di lavoro nei locali della Asl sarebbero solo quelli iscritti all'Ipasvi. 

25 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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