Vaccini Covid. Anche i pediatri coinvolti nella campagna. Vaccineranno genitori e i caregiver dei bambini fragili. Firmato accordo con Governo e Regioni
Previsto anche l’incarico per la somministrazione dell’anti-Covid appena ci sarà il vaccino per età pediatrica, oltre che la possibilità di eseguire tutte le vaccinazioni previste dal Calendario. Paolo Biasci (Fimp): “Riconosciuto il nostro ruolo, la presenza capillare e il rapporto fiduciario con le famiglie. Così liberiamo risorse dei servizi territoriali da dedicare, non appena saranno disponibili più dosi, alla copertura di tutta la popolazione in tempi rapidi”. IL PROTOCOLLO.
16 MAR - E' stato siglato oggi il protocollo d’intesa tra la Pediatria di Famiglia e il Governo, le Regioni e le Province autonome, per la campagna di vaccinazione contro il Covid-19. “Potremo vaccinare genitori e caregiver dei bambini pazienti fragili – annuncia
Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri – e quando sarà disponibile la profilassi per gli under 16, ci occuperemo anche di questo. Siamo estremamente soddisfatti, perché in premessa, all’interno dello stesso documento, il Governo e le Regioni ci riconoscono un ruolo insostituibile nell’individuare caso per caso le situazioni di vulnerabilità, ma anche nell’incrementare la copertura vaccinale della popolazione, grazie alla nostra presenza capillare nel territorio, alla possibilità di esecuzione delle vaccinazioni in ogni occasione di visita e in considerazione del rapporto fiduciario che ci lega alle famiglie”.
L’accordo, preso atto che il Piano vaccinale rappresenta lo strumento principale con cui contrastare la diffusione del contagio, rileva, con l’aumentare della disponibilità delle dosi, la necessità di coinvolgere attivamente i Pediatri di Libera Scelta, per procedere alla copertura della popolazione italiana nel più breve tempo possibile. Il documento definisce la cornice nazionale e le modalità con cui i Pediatri di Famiglia potranno essere liberamente coinvolti a livello regionale, nell’ambito di accordi specifici.
“Nessuno come il Pediatra di Famiglia – spiega Biasci – può conoscere le singole situazioni di fragilità, legate alle patologie prioritarie definite dall’ultima circolare della Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. Siamo lieti si sia compresa l’importanza di immunizzare i caregiver, a partire dai genitori, dei nostri pazienti più vulnerabili: proteggere i più fragili tra i più piccoli è una battaglia di civiltà. Siamo soddisfatti inoltre che Ministero e Regioni abbiano riconosciuto che i Pediatri di Famiglia debbano essere coinvolti nelle vaccinazioni del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale dei propri assistiti, prevedendo per questo specifici Accordi regionali”.
“Oltre a rappresentare un auspicato passo in avanti nella semplificazione e nell’ottenimento degli obiettivi di prevenzione - prosegiue Biasci - iniziare a farlo in questa fase può contribuire a liberare risorse rendendo disponibili per la vaccinazione anti Covid-19 le sedi e gli operatori sanitari attualmente impegnati nelle vaccinazioni per l’infanzia. Il Protocollo introduce, tra le altre cose, anche un’innovativa semplificazione, ovvero la possibilità per i Pediatri di Famiglia di accedere in tempo reale all’anagrafe vaccinale e contribuirne all’aggiornamento in tempo reale, condizione indispensabile per assicurare efficienza ed efficacia delle campagne di profilassi”.
Per onorare quest’intesa si renderanno necessari dei provvedimenti a carattere di urgenza che consentiranno di integrare il Fondo sanitario nazionale e che saranno progressivamente definiti sulla base dell’andamento della Campagna vaccinale. Nell’ambito degli Accordi Regionali sarà opportuno prevedere l’assegnazione prioritaria delle risorse destinate al miglioramento dei livelli organizzativi con acquisizione di personale infermieristico ai Pediatri che aderiranno al Protocollo, eseguendo le prestazioni nel proprio studio.
“È necessario – conclude Biasci – un immediato provvedimento normativo che protegga i medici somministratori dai rischi legati ad eventuali reazioni avverse. Il pericolo è infatti che, dopo la recente apertura di inchieste su eventi gravi occorsi dopo l’inoculazione del vaccino contro il Covid-19, molti medici si tirino indietro per non rischiare procedimenti giudiziari a causa di eventi non dipendenti dalla loro volontà e competenza. Vogliamo fare la nostra parte, ma dobbiamo essere messi in grado di farlo con serenità”.
16 marzo 2021
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