Un medico veterinario ed un’addetta al servizio di cinovigilanza sono state aggredite nel canile aziendale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata (ASUI), in FVG, dai due uomini (padre e figlio) che erano andati a riprendere il proprio cane, scappato di casa e portato temporaneamente al canile perché trovato a vagare libero. “Dal racconto di alcuni testimoni oculari – riferisce la Federazione nazionale degli Ordini dei medici veterinari (Fnovi) in una nota – emerge che uno dei due proprietari è andato in escandescenze quando ha visto il suo cane restituito al guinzaglio (misura di sicurezza applicata presso la struttura per tutelare l’incolumità degli operatori nonché degli altri animali): sono quindi partite le prime minacce verbali, seguite da una vera e propria aggressione fisica, tanto che le due sanitarie sono dovute ricorrere alle cure ospedaliere. Le due donne hanno riportato ferite a mani e braccia, con una prognosi di tre giorni”.
La Fnovi ha diramato un comunicato stampa stigmatizzando l’ennesimo gravissimo episodio realizzatosi sul luogo di lavoro. “Questo inaccettabile atto di violenza – si legge nella nota – non è solo un attacco alla persona della collega, al suo operato e alla sua dignità, ma rappresenta anche un oltraggio all’intera categoria. Episodi come questo impongono una profonda riflessione sulla crescente escalation di intolleranza e aggressività che, purtroppo, sembra permeare sempre più ambiti della nostra società”.
Per la Fnovi “è inconcepibile che chi agisce per la cura e la protezione degli animali debba operare in un clima di paura o, peggio, subire aggressioni fisiche. La violenza non è mai la risposta e mina alla base ogni tentativo di dialogo e di risoluzione delle problematiche. I medici veterinari, in quanto professionisti della salute unica (One Health), svolgono un ruolo cruciale nella tutela della salute pubblica, del benessere animale e della sicurezza alimentare. La loro figura e quella di tutti gli operatori sanitari deve essere rispettata e tutelata, e ogni aggressione nei loro confronti rappresenta un vulnus all’intera comunità”.
Fnovi, “da sempre in prima linea nella tutela e nella valorizzazione della professione medico veterinaria”, condanna “ogni forma di violenza e rinnova la sua solidarietà alla collega aggredita e all’operatrice sanitaria, auspicando che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni con l’adozione di idonei provvedimenti”.
Per la Federazione “la sicurezza dalle aggressioni nei luoghi di lavoro è un tema di fondamentale importanza che richiede un approccio integrato che coinvolga sia la prevenzione che la gestione degli episodi di violenza. Questo include la valutazione del rischio di aggressione, l’implementazione di misure preventive, la formazione del personale e la gestione degli episodi di violenza, con particolare attenzione al supporto psicologico delle vittime”.
“Non permetteremo che la paura o l’intolleranza compromettano il fondamentale lavoro svolto quotidianamente dai medici veterinari italiani a tutela della salute e del benessere di tutti”, conclude la Fnovi.