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Lazio. Fedir sanità su accorpamenti Asl: “A Zingaretti piace giocare a risiko?”

Così Elisa Petrone, segretario regionale Fedir Sanità del Lazio, si scaglia contro la “nuova” proposta di legge per l’accorpamento delle Asl romane. "L'unico pensiero che sembra occupare questa giunta regionale ed il suo presidente non è dare un assetto e un'organizzazione stabile e gestibile alla sanità laziale, quanto, piuttosto, il valzer delle poltrone”. 

23 SET - “La saga degli accorpamenti delle Asl e dei giri di valzer delle direzioni regionali della Sanità continua. E ciò mette tutti gli operatori di sana e robusta costituzione mentale in una condizione di impossibilità lavorativa. L'unico pensiero che sembra occupare questa giunta regionale ed il suo presidente non è dare un assetto e un'organizzazione stabile e gestibile alla sanità laziale, permettendo a tutti di lavorare con una prospettiva ragionevole di tempi e obiettivi, quanto, piuttosto, il valzer delle poltrone”. Parole forti quelle di Elisa Petrone, segretario regionale Fedir Sanità del Lazio, che si scaglia contro la “nuova” proposta di legge per l’accorpamento delle Asl romane. La Fedir non comprende la ratio di tale provvedimento che, a fronte di pochi e immediati risparmi genererà sicuramente confusione organizzativa fra chi lavora nelle strutture in questione.
 
E così in un sol giorno succede che: “Gli attuali direttori regionali della Sanità dal 1° gennaio 2016 cambiano. Via Degrassi e Zamaro grazie al semplice spostamento fra le attuali due direzioni delle funzioni che gli stessi già svolgevano (semplice cambio di denominazione?). Al di là delle persone coinvolte dall'ennesima riorganizzazione viene da chiedersi: ma possibile che una riorganizzazione fatta neanche due anni fa già deve essere rifatta? Se è sbagliata allora è Zingaretti che deve dimettersi perché la sua riorganizzazione si è rivelata sbagliata e non far saltare chi si è stato scelto proprio da lui solo poco tempo fa. Peraltro, non dimentichiamolo, con procedure contestatissime (che lui ha difeso in ragione dell’assoluta fiduciarietà dei dirigenti scelti), ed annullate finanche dal Tar.  Nello stesso tempo, si torna indietro rispetto alla decisione di accorpamento del decreto di luglio. Occorrerà infatti una legge regionale per l'accorpamento di B e C (come peraltro era già avvenuto l'anno scorso per A ed E) per cui è stata predisposta la relativa pdl. Ciò significa che prima del primo gennaio 2016 B e C non potranno nè accorparsi nè essere commissariate", prosegue il segretario regionale.
 
"Ma non sarà che alla fine il punto più qualificante della pdl sarà aver cambiato i nomi delle Asl con i numeri? Ma Zingaretti lo sa quanto costano questi giochetti solo in termini di assetti organizzativi che non si consolidano e quindi diventano sempre più inefficienti? Insomma, il dubbio è legittimo: non sarà che le continue e le ripetute riorganizzazioni siano in realtà necessarie per i giri di poltrona e non per l’efficientamento organizzativo?”, conclude Petrone. 

23 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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