Audizione sindacati. Fp Cgil, Cisl e Uil: “Troppe carenze di personale: servono più assunzioni”
“Su stabilizzazioni e mobilità la Regione garantisca omogeneità di comportamento tra aziende. Le reinternalizzazioni procedono a macchia di leopardo, e ancora va definito il percorso di stabilizzazione per i giubilari”. Così i rappresentati dei sindacati confederali auditi alla commissioni consiliari Salute e Lavoro
18 GIU - “Servono più assunzioni per valorizzare il personale. Tra pensionamenti e uscite per quota100, il sistema sanitario regionale rischia di non reggere alla prova del turn-over: le 5mila assunzioni programmate vanno almeno raddoppiate”.
Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio, hanno mandato un messaggio chiaro alla Regione Lazio durante l’audizione di ieri di fronte alle commissioni consiliari Salute (VII) e Lavoro (IX), alla presenza dell’assessore regionale
Claudio Di Berardino.
“Il Ssr è in condizioni di grave difficoltà e il pericolo è che a breve non sia più in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza – hanno rimarcato i sindacalisti - se vogliamo che la salute resti un diritto per i cittadini del Lazio, allora la Regione deve fare di più: serve un piano serio di assunzioni che copra davvero i fabbisogni delle aziende sanitarie e ospedaliere, e serve uno sforzo vero di coordinamento dei percorsi di stabilizzazione: con le aziende che procedono in ordine sparso si rischia di disperdere competenze e di perdere il controllo sul funzionamento dei servizi”.
“Stabilizzazioni e reinternalizzazioni procedono a macchia di leopardo, e ancora va definito il percorso di stabilizzazione per i giubilari”, hanno ricordato ancora i rappresentanti sindacali riscuotendo approvazioni trasversali tra i consiglieri di maggioranza e opposizione: “Se al Sant’Andrea e all’Ares118 siamo riusciti a far valere criteri di concorso in grado di valorizzare professionalità ed esperienza dei lavoratori già in servizio, all’Asl Roma 2 ci siamo trovati di nuovo alle prese con le prove preselettive. E a nulla serve aumentare da 300 a 800 il numero dei candidati ammessi all’esame: è fuori dalle regole e il prezzo lo pagherebbero comunque i precari e i pazienti”.
“Stesso discorso per le mobilità, dove le Asl adottano politiche non coordinate tra loro, concedendo o negando i nulla osta in modo discrezionale”, hanno precisato i segretari regionali delle categorie di Cgil, Cisl e Uil. “È indispensabile che la Regione governi il sistema ed eserciti il controllo. Servono pochi principi chiari e rigorosamente applicati da tutti. I concorsi devono servire da bacino di reclutamento per tutte le aziende della regione, le selezioni devono riconoscere il valore delle competenze specifiche e delle attitudini dimostrate sul campo, gli organici devono essere misurati sui bisogni di salute reali delle persone”, hanno concluso Di Cola, Chierchia e Bernardini. “Oggi la politica ha dato segno di buon senso impegnandosi a correggere gli errori. Ma le buone intenzioni non bastano. Al prossimo incontro, fissato tra un mese, valuteremo i progressi, pronti a mettere in campo tutte le azioni a tutela di lavoratori e cittadini”.
18 giugno 2019
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