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Coronavirus. Fials Lazio: “Politici regionali e comunali donino parte della loro indennità agli operatori sanitari in trincea”

Il sindacato chiede alle istituzione regionali e comunali di “dare lezione di rispetto e dedizione civica” diventando “antesignana di questa solidarietà economica che potrebbe anche essere presa ad esempio da altri territori”. Chiesto alla Regione anche di “requisire le case di cura private dove gli imprenditori hanno chiesto la cassa integrazione per i propri dipendenti” inquadrando infermieri, tecnici e medici “nelle strutture pubbliche del Lazio”.

02 APR - “Ci aspettiamo che tutti i politici del nostro territorio regionale a partire dal presidente della Regione Nicola Zingaretti, dalla sindaca di Roma Virginia Raggi nonché presidente della Città Metropolitana e tutti gli altri rappresentanti eletti donino una parte della loro indennità stipendiale in un fondo dedicato agli operatori sanitari che stanno lavorando nei reparti Covid e non solo, senza sosta e con profonda abnegazione”. E’ quanto chiede in una nota la Segreteria provinciale Fials di Roma.
 
“Prendendo spunto dalle tante proposte e dichiarazioni di ministri e sottosegretari che hanno invitato a decidere il taglio delle proprie indennità e prendendo spunto dai tanti politici che hanno donato spontaneamente fondi agli ospedali dei propri territorio chiediamo alla Regione Lazio di essere antesignana di questa solidarietà economica che potrebbe anche essere presa ad esempio da altri territori”, sottolinea ancora la Fials Lazio.
 
Secondo il sindacato “dovrebbe essere messo in piedi un fondo apposito per raccogliere risorse anche destinate alle famiglie dei tanti operatori sanitari che hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione e per elargire dei premi a chi in corsia fa doppi e tripli turni. A questa postilla dovrebbero pensare anche gli stessi direttori generali e sanitari dei tanti nosocomi di Roma e del Lazio che per primi dovrebbero avere, e il condizionale è d’obbligo, il polso della situazione: da tempo avrebbero dovuto conoscere la penuria di dpi (mascherine, guanti, occhiali e tute per la protezione) a disposizione dei propri dipendenti”.
 
Alla Regione la Fiasl Lazio chiede anche di “revocare le nomine fatte in extremis in questo momento di grave emergenza pandemica a tutti i funzionari chiamati nel mese di marzo a carattere fiduciario. Altrettanto chiediamo di formulare un piano per requisire case di cura private dove gli imprenditori hanno chiesto la cassa integrazione per i propri dipendenti – puntualizza la nota Fials – nonché di inquadrare infermieri, tecnici e medici nelle strutture pubbliche del Lazio”.
 
“Aspettiamo una risposta forte e vigorosa dall’istituzione regionale e da quelle comunali che ci vogliono dare lezione di rispetto e dedizione civica invocando ‘Grazie a tutti gli operatori sanitari’. E che purtroppo conclude la nota Fials - quando si tratta di passare dalle belle parole ai fatti latitano senza ritegno alcuno”.

02 aprile 2020
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