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Lazio. Covid, visite ambulatoriali e specialistiche da recuperare. Cittadinanzattiva: “Pochi dati e tanti ritardi” 

Solo l’Ao San Giovanni Addolorata ha fornito dati chiari e precisi: al 18 giugno recuperate 8.800 prestazioni, ne rimangono quasi 9.900. Ma ben 11 Aziende su 17 neanche hanno fornito a Cittadinanzattia informazioni sui di recupero delle prestazioni sospese durante l’emergenza covid. L'associazione chiede che “si proceda alla convocazione immediata dell’Osservatorio per il governo delle liste di attesa e con un piano di monitoraggio struttura per struttura dei bisogni”. L’INDAGINE

09 LUG - “Il Report regionale sulle visite ambulatoriali e specialistiche nel Lazio disegna un quadro preoccupante circa l’accesso dei cittadini al servizio pubblico sanitario. Solo 6 ASL e Aziende Ospedaliere su 17 hanno risposto alle nostre richieste”. Queste le dichiarazioni di Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio, in merito all’indagine condotta dall’associazione per fare il punto sulle modalità, le tempistiche e i programmi messe in atto da ogni Azienda per recuperare le visite sospese durante l’emergenza covid.

“Nei primi giorni di giugno abbiamo inviato richiesta alle ASL e AO del Lazio circa le modalità di recupero, l’organizzazione del lavoro, i carichi pendenti. Il primo dato relativo al numero di risposte formali è avvilente: solo 6 su 17. Se a questo si associano casi emblematici raccolti in questa fase nei diversi territori è evidente che siamo molto preoccupati. Esistono poi differenze territoriali evidenti che necessitano di un confronto aperto, critico e partecipato.

Nel dettaglio, solo l’Ao San Giovanni Addolorata di Roma ha fornito numeri chiari, monitorando periodicamente le prestazioni da recuperare: l’ultima rilevazione del 18 giugno indica che ne sono state recuperate 8.800 e ne rimangono quasi 9.900. Per il resto nessun dato preciso, solo strategie in atto o da attuare. E poi molte situazioni di grande incertezza. Al’Eastman “fino alla settimana del 25 giugno la situazione appariva ancora in evoluzione. Sono riprese da poco le attività radiologiche per il Pronto Soccorso. Se prendiamo come metro di paragone la data del 25 maggio abbiamo che l’Eastman è in ritardo di un mese per il riavvio delle attività ambulatoriali e di specialistica”, spiega Cittadinanzattiva.

A Rieti “la Asl ha presentato alle associazioni territoriali per la ripresa delle attività sanitarie ospedaliere e territoriali il 22 giugno delle slide di attività. Ma la situazione complessiva è molto più seria di come si rappresenta”, si legge nell’indagine.

E nelle altre Asl le cose non vanno meglio.

“Siamo tutti consapevoli della difficoltà che si sono dovute affrontare soprattutto dal punto di vista organizzativo, ma non ci sono giustificazioni per quanto emerge dai dati raccolti e, soprattutto, per quelli non raccolti anche in considerazione del fatto che i dati li abbiamo richiesti non in piena emergenza sanitaria ma in una fase in cui i servizi e le attività dovevano riprendere a funzionare e dare risposte ai cittadini”, sostiene Cittadinanzattiva. Che annuncia, a partire da settembre, in tutti i territori della regione incontri pubblici sulla salute.

"Alla Regione chiediamo impegni formali molto precisi. Ecco le nostre proposte, alcune immediatamente operative e dai costi contenuti, altre oggettivamente più sfidanti".
 
1.    Esiste, rinnovato da quasi 12 mesi, l’Osservatorio regionale per il governo delle liste di attesa a livello regionale e aziendale. A livello regionale si è riunito una sola volta da settembre 2019. Cittadinanzattiva Lazio chiede che l’Osservatorio regionale per il governo delle liste di attesa venga convocato entro il 17 luglio; che i Verbali delle sedute dell’Osservatorio regionale e di quelli Aziendali siano resi pubblici entro 7 giorni dalla loro celebrazione. E che gli Osservatori aziendali inviino all’Osservatorio regionale entro il 14 luglio i dati in loro possesso per permettere un lavoro sinergico sul tema dell’accesso. I numeri che alcune ASL/AO hanno riportato sono clamorosi.

2.    Assumere personale sanitario in numero adeguato ai bisogni di salute (servono specialisti per le diverse branche della medicina, servono infermieri, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) in tempi certi con un chiaro cronoprogramma che venga rendicontato ogni tre mesi;

3.    Recupero delle strutture dismesse di carattere sanitario per un piano straordinario di medicina territoriale, semiresidenziale e per eventuali “emergenze” sanitarie con il contestuale investimento sul rinnovo del “parco macchine” e/o l’acquisto di macchinari quali TAC, RM e PET per le strutture pubbliche;
 
4.    Su tre territori chiediamo che l’Assessore alla Salute, la Commissione Salute della Regione Lazio e il Consiglio regionale aprano un confronto con tutte le realtà associative, sindacali e mediche. E che questo percorso di ascolto sia guidato dal livello regionale. Le realtà per le quali chiediamo un tavolo di confronto urgente sono quelle di Rieti, di Frosinone e della ASL RM5. Non aggiungo nulla a quanto ormai da diversi anni diciamo su questi territori. Ma ora nessuno si scandalizzi per tale nettezza. Questa è solo il frutto della insipienza di molti amministratori. Niente altro. Cittadinanzattiva Lazio inizierà tale percorso di ascolto dei territori da settembre. Se la Regione Lazio vuole esserne parte e creare intorno a quello che oggi è un problema un percorso di opportunità di partecipazione civica e istituzionale è ben accetta. Ma con pari dignità.
 
5.    Che il metodo della partecipazione sia l’unico metodo per il coinvolgimento delle organizzazioni civiche e che questo sia elemento caratterizzante e qualificante (o sanzionatorio) verso le dirigenze di qualsiasi ufficio pubblico. Per questo motivo Cittadinanzattiva Lazio sta lavorando ad un testo di legge sulla partecipazione civica in sanità e sulla quale chiediamo impegno formale dell’Assessore, della Commissione Salute e del Consiglio regionale tutto;
 
6.    Infine, ma non meno rilevante, chiediamo un impegno deciso e definitivo alla Regione Lazio circa le seguenti aree di intervento: rendere effettivi e ripetuti nel tempo i monitoraggi, le verifiche e le ispezioni nei territori riguardo l’applicazione delle norme regionali, delle strutture accreditate, dei servizi sociosanitari; le vicende legate ad esempio alle RSA nel Lazio sono questioni su cui bisognerà fare piena luce. Il tema del monitoraggio, della verifica è un dovere che spetta alle ASL in prima battuta e, in caso di inerzia, alla Regione Lazio. Nessuno si può tirare fuori da questo percorso di verifica. Come Cittadinanzattiva Lazio, per spirito costruttivo abbiamo atteso a presentare esposto alla magistratura sulla gestione delle RSA nel periodo COVID19. Ma, ora che i controlli stanno andando a chiudersi e che gli elementi di “visibilità” sono scemati, come organizzazione civica siamo pronti a procedere e a chiedere conto a tutti i soggetti coinvolti, pubblici o privati che siano.
 

“Cittadinanzattiva Lazio aumenterà il livello di interlocuzione con gli Ordini professionali sanitari, le associazioni di malati cronici e rari, le istituzioni locali e regionali come strategia, l’unica possibile, per ripensare il Servizio Sanitario Pubblico”, conclude Elio Rosati.

09 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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