Lazio. Regione accusata di manipolare i dati sulle liste d’attesa. La replica: “Sistema trasparente”  

Lazio. Regione accusata di manipolare i dati sulle liste d’attesa. La replica: “Sistema trasparente”  

Lazio. Regione accusata di manipolare i dati sulle liste d’attesa. La replica: “Sistema trasparente”  
Sotto accusa anche il ministero della Salute, che non renderebbe noti i dati veri, in base ai quali l’88% delle prestazioni che la Regione vanta di proporre al cittadino “entro i tempi di garanzia”, in realtà verrebbero rifiutate dai cittadini perché da effettuare in strutture troppo lontane. La Regione si difende: “Solo il 37% dei cittadini rifiuta la prima disponibilità per sede troppo distante. Massima trasparenza del dato, dispiace che qualche collaboratore esterno negli organi centrali faccia trapelare informazioni non confrontate e non verificate”.

È scontro nel Lazio dopo l’articolo de Il Fatto Quotidiano che accusa la Regione di truccare i dati sulle liste d’attesa. Secondo l’articolo pubblicato nell’edizione del 15 novembre del quotidiano, quel “96%” di prestazioni erogate nei tempi giusti vantati dal Lazio, sarebbero in realtà solo il 12%, perché “l’88% dei pazienti che rifiuta la prima proposta di visita, scegliendo strutture più vicine ma con attese più lunghe, infatti, scompare dalle statistiche”.

La chiave di tutto il sistema starebbe, spiega il Fatto, “nell’ambito di garanzia, l’area geografica entro cui il servizio sanitario regionale deve erogare le prestazioni nei tempi previsti dalle norme nazionali. Nel Lazio, diversamente dalle altre regioni, coincide con l’intero territorio regionale e non con la singola Asl”. Questo significa che un paziente di Roma che chiama il Cup per una visita cardiologica urgente potrebbe sentirsi dire che la visita è disponibile, ma a Rieti o Latina. E se rifiuta impossibilitato a raggiungere la sede proposta, viene comunque considerata una prestazione garantita nei tempi giusti d’attesa, perché tecnicamente è stato il paziente a rifiutarla. In pratica, di quel 96% di visite nei tempi giusti vantati dalla Regione solo il 12% sarebbe realmente erogato.

Il Fatto Quotidiano punta il dito anche contro il ministero, che pur in possessore dei dati veri, non ne darebbe conto su richiesta della Regione e per evitare lo scontro. “La Regione Lazio, contattata per un commento, non ha fornito risposta”, conclude l’articolo.

Ma la risposta è arrivata successivamente in una lunga nota. “In riferimento a un articolo pubblicato da un quotidiano nazionale sulle liste di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, la Regione Lazio precisa quanto segue”, si legge nella nota.

“Gli effetti – spiega la Regione Lazio – delle misure adottate dall’amministrazione Rocca sono misurabili con il numero di agende messe a disposizione sul Recup, che dal primo gennaio 2024 è l’unico sistema per prenotare visite, esami diagnostici e specialistici. Nel mese di marzo 2023, la percentuale di strutture private accreditate che mettevano a disposizione la propria agenda digitale sul Recup era solo del 10,30%. La maggiore disponibilità di agende ha consentito di ampliare l’offerta sanitaria e migliorare la capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini da parte del Servizio sanitario regionale, contribuendo contestualmente a ridurre le liste d’attesa e ad erogare le prestazioni nel rispetto dei tempi previsti dalla legge. In due anni è stato triplicato, rispetto all’era Zingaretti, il numero di prestazioni critiche soggette a monitoraggio dei tempi di attesa, passando da 2.601.020 del 2022 ai 3.792.851 di prestazioni del 2024, fino ai 5.240.120 delle prestazioni totali erogate nel corso 2025 fino ad oggi, con una stima di 6.000.000 di prestazioni entro la fine dell’anno“.

“A seguito dell’azione puntuale e del lavoro portato avanti dall’amministrazione Rocca – sottolinea la nota – oggi si registra, a parità di condizioni rispetto alla precedente giunta Zingaretti, l’incremento delle prestazioni garantite entro i tempi previsti dal Piano di governo nazionale liste di attesa, passando dal 78,9% nel 2023 con un tempo medio di attesa di 42 giorni, all’85,3% e un tempo medio di attesa di 31 giorni nel 2024, fino al 97,1% e un tempo medio di attesa di 9 giorni sul totale delle prestazioni monitorate, nei primi 10 mesi del 2025”.

“Proprio in considerazione della sussistenza dell’ambito di garanzia regionale, ereditato dalle precedenti Amministrazioni, al fine di comprendere meglio la distribuzione dell’offerta di prestazioni sul territorio laziale anche in relazione alla scelta del cittadino, l’amministrazione Rocca ha avviato anche un’attività di monitoraggio sui rifiuti della prima disponibilità proposta al cittadino, attraverso l’implementazione sul sistema ReCup di prenotazione regionale di una nuova funzionalità per la gestione e classificazione delle motivazioni di rifiuto del cittadino”, prosegue la nota della Regione.

“L’operatore ReCup – spiega la Regione -, a seguito del rifiuto da parte del cittadino della prima disponibilità proposta nell’ambito di garanzia regionale, è tenuto a richiedere la motivazione del rifiuto da dover indicare in fase di chiusura della chiamata: dalla rilevazione è emerso chiaramente che oltre il 50% dei rifiuti è legato ad una scelta specifica del cittadino (preferenza rispetto ad una struttura specifica, proposta di data non coerente con gli impegni del cittadino e struttura proposta non gradita). Solo il 37% dei cittadini rifiuta la prima disponibilità di appuntamento proposta nei tempi di garanzia nell’ambito regionale per sede troppo distante”.

“L’amministrazione Rocca – si legge ancora nella nota – garantisce massima trasparenza del dato nei confronti dei cittadini anche perché rispetto ai dati in dotazione al Ministero della Salute per la costruzione della Piattaforma nazionale liste di attesa, da gennaio 2025 la Regionale Lazio, insieme alla Basilicata, è l’unica Regione a trasmettere il dato in chiaro. Il sistema di prenotazione regionale è l’unico tecnologicamente pronto per poter essere direttamente integrato e collegato con la Piattaforma del Ministero e trasmettere i dati in tempo reale e pienamente coincidenti con quelli presenti sul nostro sistema. Tutte le altre Regioni trasmettono il dato con cadenza mensile e con una modalità che non prevede l’invio diretto del dato, ma la rielaborazione del dato prima dell’invio. La modalità di calcolo degli indicatori e della stessa raccolta dei dati che sono oggetto di pubblicazione all’interno della Piattaforma del Ministero sono probabilmente diversi a seconda delle Regioni e non è stata comunque mai resa nota alle Regioni, motivo per cui c’è stata da parte di tutte le Regioni specifica richiesta di trasparenza al Ministero della Salute e ad Agenas”.

“Oggi – dichiara ancora la Regione Lazio – con il nuovo Commissario si sta portando avanti con tutte le Regioni un lavoro di collaborazione per la pubblicazione della nuova versione della Piattaforma nazionale liste di attesa da parte di Agenas con modalità di trasmissione e raccolta dei dati identiche per tutte le Regioni. Rispetto a tutte le altre Regioni, inoltre, la Regione Lazio non utilizza il meccanismo della “Pre-Lista”, considerata anche all’interno del monitoraggio di Agenas: secondo tale meccanismo, in tutte le altre Regioni, ogni qualvolta che il cittadino chiama il Cup e non trova la prestazione nei tempi di garanzia, il cittadino stesso non riceve una prenotazione fuori dai tempi ma viene inserito in lista per essere richiamato. Nella nostra Regione si è scelto di procedere diversamente per garantire comunque un appuntamento al cittadino, seppur fuori dai tempi. Infatti quando il nostro cittadino si rivolge al CUP, anche se la prenotazione è fuori dai tempi, viene comunque garantita e lo stesso cittadino ha diritto a richiedere un PASS di Garanzia per essere ricontattato dalla propria ASL di Assistenza e ricevere una seconda prenotazione nei tempi previsti dalla prescrizione. L’attenzione alla tutela del cittadino e al suo diritto di salute ha portato, quindi, con l’Amministrazione Rocca alla finalizzazione di un progetto di centralizzazione e informatizzazione dei percorsi di tutela ai cittadini. Il percorso di tutela prevede che, nei casi in non sia possibile assicurare la prestazione entro i tempi previsti dalla classe di priorità, su richiesta del cittadino sia generato un “PASS” di garanzia che porta ad una gestione mirata della prescrizione da parte della Azienda Sanitaria di competenza”.

“Dispiace osservare – prosegue la Regione Lazio – che qualche collaboratore esterno negli organi centrali faccia trapelare informazioni non confrontate e non verificate con le Regioni, minando la fiducia dei cittadini nel Servizio sanitario regionale e rischiando di vanificare gli enormi sforzi fatti dalla Regione Lazio e soprattutto dagli oltre 50mila operatori sanitari che ogni giorno si impegnano per tentare di dare una soluzione allo storico problema delle liste d’attesa. Non è quello che la Regione Lazio intende per leale collaborazione tra i diversi livelli di governo”.

La nota della Regione Lazio si conclude con la seguente scheda sull’attività svolta

L’amministrazione Rocca ha sin da subito avviato un lavoro orientato alla riduzione delle liste di attesa adottando una serie di misure amministrative rivolti gli erogatori privati accreditati, con l’intento di migliorare sensibilmente il rispetto dei tempi di garanzia nell’erogazione delle prestazioni aumentando in modo coerente l’offerta.

– È stato previsto l’obbligo per le strutture erogatrici private accreditate di integrarsi informaticamente nel sistema unico di prenotazione regionale entro la data del 31/12/2023.
(DGR 310/2023)

– La DGR 126 del 28 febbraio 2024 ha modificato ulteriormente il contratto di budget, facendo sì che le strutture private accreditate a mettessero a disposizione le proprie agende con una profondità temporale di almeno 12 mesi, garantendo così ai cittadini una maggiore disponibilità nell’erogazione di prestazioni sanitarie, in particolare per quelle “critiche”;

– è stato rafforzato per gli erogatori l’obbligo di integrazione e di adeguamento delle agende digitali al sistema regionale ReCup prevedendo la messa a disposizione del 100% delle agende (DGR n 1186/2024 e DGR 440/2025).

Gli effetti delle misure adottate sono misurabili attraverso il numero di agende messe a disposizione sul sistema ReCup: nel 2024 a seguito delle azioni adottate, si è passati da 338 agende al 1° gennaio 2024 a oltre 17.000 agende con circa 5 milioni di prestazioni all’interno del ReCup. La maggiore disponibilità di agende ha consentito di ampliare l’offerta sanitaria e migliorare la capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini da parte del servizio sanitario pubblico, contribuendo contestualmente a ridurre le liste di attesa.

Inoltre, per il recupero delle prestazioni “fuori soglia” sono state messe in campo misure straordinarie, che hanno previsto il richiamo di tutti i cittadini in lista di attesa a cui è stato proposto di anticipare la prestazione, in particolare:

– sono stati richiamati, nel mese di novembre 2024 c.a.178 mila cittadini e anticipati ca 21mila appuntamenti per un valore complessivo speso per il recupero delle liste di attesa di ca.2,4 milioni (DGR 777/2024)

– è stato avviato a Maggio 2025 un nuovo ciclo di richiamate destinate ad anticipare migliaia di appuntamenti prenotati dai cittadini fuori dai tempi massimi previsti dalla classe di priorità della ricetta (DGR 198/2025): questa nuova attività, ha portato ad anticipare la prestazione in circa 27.678 casi.

– è stata avviata una attività di recall per tutte le prestazioni in classe di priorità B (breve – da erogare entro 10 giorni) fuori soglia, finalizzata a garantire l’accesso alle prestazioni in funzione della maggiore urgenza della classe di priorità utilizzata nella prescrizione.

Il risultato di questa enorme attività è che nel 2025 si è registrata una notevole riduzione dei fuori soglia, passando dai 618mila circa del 2023 ai 103mila circa prenotazioni fuori soglia nei primi 8 mesi del 2025.

Inoltre, al fine di arginare il fenomeno del c.d “no show” (mancata presentazione del paziente) che contribuisce alla saturazione delle agende e al conseguente incremento dei tempi di attesa. Nella Regione Lazio in media gli appuntamenti non disdetti e non utilizzati a causa della mancata presentazione del paziente rappresentano circa il 5% del totale degli appuntamenti.

In conformità con quanto previsto dall’articolo 3, comma 5 Decreto-Legge 7 giugno 2024, n. 73: “per le piattaforme CUP l’attivazione di un “sistema di disdetta delle prenotazioni, per ricordare all’assistito la data di erogazione della prestazione, per richiedere la conferma o la cancellazione della prenotazione effettuata, da effettuarsi almeno due giorni lavorativi prima dell’erogazione della prestazione, anche da remoto”, la Regione Lazio ha avviato un percorso di potenziamento dei sistemi per la gestione della conferma/disdetta degli appuntamenti prenotati e al fine al fine di arginare il fenomeno del no show, ha adottato uno specifico provvedimento regionale che prevede l’applicazione di una sanzione pari al valore massimo del ticket per tutte le mancate disdette.

17 Novembre 2025

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