Considerazioni generali sulla condizione e il ruolo del mmg  

Considerazioni generali sulla condizione e il ruolo del mmg  

Considerazioni generali sulla condizione e il ruolo del mmg  

Gentile Direttore,
il ruolo dei medici di medicina generale (MMG) è cruciale e, come sottolineato, spesso non pienamente compreso o adeguatamente valorizzato. L’immagine diffusa di una professione dai ritmi blandi e dai margini di autonomia illimitata è lontana dalla realtà odierna. Ecco alcune osservazioni sul contesto che descrivo:

1. Digitalizzazione e tracciabilità
I MMG sono tra i professionisti sanitari che hanno maggiormente integrato la digitalizzazione nel loro lavoro. La connessione continua con il MEF tramite il sistema SOGEI e la registrazione di ogni prescrizione o attività rappresentano un sistema di tracciabilità avanzato, che permette al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di monitorare con precisione il flusso di prestazioni sanitarie.

2. Carico di lavoro
Un medico di famiglia con massimale di pazienti può superare tranquillamente le 50 ore settimanali (anche di Sabato), comprendendo:
– Visite ambulatoriali.
– Assistenza domiciliare programmata integrata e occasionale.
– Lavoro amministrativo, come la gestione di email, messaggi e reportistica.
– Studio e aggiornamento continuo, necessario per mantenere un livello di cura ottimale.

3. Il rapporto fiduciario
L’interazione prolungata con i pazienti e le loro famiglie permette al medico di sviluppare una conoscenza unica del contesto socio-economico e familiare in cui vive ciascun assistito. Questo è un valore aggiunto che consente una gestione più efficace delle problematiche di salute e una riduzione complessiva dei costi per il sistema, grazie a risposte rapide e mirate.

4. Sfide attuali
Nonostante l’importanza del loro lavoro, i MMG si trovano spesso ad affrontare:
– Un sovraccarico burocratico che sottrae tempo alla cura diretta.
– La necessità di rispondere a richieste crescenti da parte dei pazienti, spesso fuori dall’orario lavorativo tradizionale.
– La mancanza di un riconoscimento adeguato, sia economico sia in termini di risorse di supporto.

5. Lavoro invisibile
Gran parte delle attività dei MMG, come il back-office e l’assistenza fuori orario, è “invisibile” al grande pubblico. Questo contribuisce alla percezione distorta del loro ruolo e dei loro impegni reali.

In sintesi, i medici di famiglia rappresentano un pilastro fondamentale del SSN, non solo per la quantità di lavoro svolto, ma anche per la qualità e la capillarità della loro presenza sul territorio. Valorizzare questa figura, attraverso una maggiore sensibilizzazione pubblica e interventi strutturali, è essenziale per garantire la sostenibilità del sistema sanitario e il mantenimento di un rapporto fiduciario saldo con i cittadini.

La proposta di trasformare il medico di medicina generale (MMG) da libero professionista convenzionato a dipendente del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) rappresenta una questione delicata e complessa, con implicazioni giuridiche, economiche, e organizzative. Il contesto normativo e finanziario rende questo tema particolarmente rilevante.

Analisi del contesto e delle criticità:
1. Normativa vigente e il quadro dei rapporti convenzionali:
– Attualmente, i MMG operano nell’ambito di un rapporto convenzionale regolato dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN), che conferisce loro una certa autonomia professionale e organizzativa, pur mantenendoli strettamente integrati nella rete del SSN.
– L’art. 8 della legge 502/1992 e successive modifiche ha consolidato questo modello, rendendo il convenzionamento un pilastro del sistema territoriale.

2. Decreto Ministeriale n. 77/2024:
– Questo decreto ha introdotto il ruolo unico e nuove funzioni per i MMG, delineando un modello di assistenza territoriale più strutturato, con l’obiettivo di rafforzare la prossimità e la continuità delle cure.
– Tuttavia, non ha previsto una modifica dello stato giuridico dei medici, lasciando intatto il modello del convenzionamento.

3. Proposta di dipendenza e mancanza di risorse:
– La trasformazione in dipendenti SSN richiederebbe un massiccio intervento economico, sia in termini di risorse per gli stipendi sia per il potenziamento infrastrutturale necessario a supportare i nuovi ruoli.
– Il PNRR non include risorse destinate specificamente alla riforma dello stato giuridico dei medici. Le risorse stanziate sono destinate principalmente al rafforzamento delle strutture e dei servizi, come le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità.

4. Una possibile “scorciatoia all’italiana”?:
– La proposta di dipendenza potrebbe apparire come una mossa simbolica, mirata a rassicurare l’opinione pubblica senza una reale pianificazione strategica o copertura finanziaria adeguata.
– Ancora peggio potrebbe essere una soluzione all’inadeguatezza della messa a terra della riforma del territorio stante che tutte le regioni si trovano in grande ritardo nell’attuazione delle strutture previste e finanziate dal PNRR attraverso il DM77, ma ancora di più visto che non hanno le risorse per far funzionare dette strutture come infermieri, personale OSS e amministrativo.
– In Italia, spesso, interventi strutturali di questa portata sono stati attuati senza una verifica preliminare della sostenibilità a lungo termine, generando tensioni e disfunzioni nel sistema.

Riflessioni sulla fattibilità e conseguenze:
– Sostenibilità economica: L’inquadramento dei MMG come dipendenti comporterebbe un costo significativo per il SSN, poiché si dovrebbe adeguare la retribuzione, garantire la copertura pensionistica, e prevedere un’infrastruttura amministrativa per gestire un numero così elevato di nuovi dipendenti.
– Autonomia professionale: Il passaggio alla dipendenza potrebbe ridurre l’autonomia dei medici, con il rischio di una rigidità organizzativa che mal si adatta alla flessibilità richiesta per gestire l’assistenza territoriale.
– Resistenze e tempi di attuazione: La categoria dei MMG ha storicamente difeso il proprio status convenzionale, e una riforma di tale portata rischierebbe di incontrare una forte opposizione sindacale e professionale, allungando ulteriormente i tempi di attuazione.

Conclusioni
La proposta di trasformare i MMG in dipendenti del SSN appare, allo stato attuale, più una dichiarazione di intenti che una soluzione concretamente attuabile. Senza adeguati stanziamenti finanziari e una visione chiara di come integrare questa trasformazione nel quadro delle riforme già avviate, il rischio è di creare un ulteriore livello di disorganizzazione nel sistema sanitario territoriale.

Un approccio più realistico potrebbe essere quello di rafforzare il modello del convenzionamento, prevedendo incentivi e strumenti per migliorare la governance e il coordinamento dei servizi territoriali, lasciando il tema dello stato giuridico dei MMG a un dibattito più approfondito e strutturato.

Luigi Galvano
Segretario FIMMG Palermo

Luigi Galvano

30 Gennaio 2025

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