Il direttore medico del futuro: nasce la “carta di torino”

Il direttore medico del futuro: nasce la “carta di torino”

Il direttore medico del futuro: nasce la “carta di torino”

Gentile Direttore,
nel corso del 50esimo Congresso Nazionale di Anmdo, l’Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere, nata nel 1947 (la più antica associazione medica della Repubblica italiana), svoltosi a Torino in questo mese di ottobre, è stata approvata la Carta di Torino 2025 sulle nuove ed ulteriori competenze del Direttore Medico di Presidio Ospedaliero e del Direttore Sanitario.

ANMDO, in questi cinque decenni, ha accompagnato culturalmente l’evoluzione organizzativa del Sistema Sanitario Italiano, il suo passaggio dalla mutualità alla universalità, la scelta della aziendalizzazione e la regionalizzazione. Ugualmente Anmdo ha accompagnato scientificamente l’evoluzione dell’Ospedale sia dal punto di vista architettonico, che gestionale, contribuendo a far crescere la cultura dell’organizzazione ospedaliera in Italia.

Quest’anno, Anmdo, ha voluto proporre a tutti una riflessione sulla formazione, le competenze, le attribuzioni, le sfide che, già oggi, e a maggior ragione nei prossimi decenni, i Direttori Medici di Presidio Ospedaliero, assieme alle altre professioni sanitarie, sono e saranno chiamati a padroneggiare ed affrontare nel prossimo futuro.

In particolare, il dibattito che coinvolge anche le direzioni strategiche, esplora i modelli di leadership ospedaliera che siano capaci di adattarsi meglio alle radicali trasformazioni che attraversano la Sanità e che, di conseguenza, richiedono un “cambio di passo” culturale e tecnico per innestarsi consapevolmente ed efficacemente in orizzonti strategici, manageriali, clinici in rapidissima evoluzione.

Il decalogo sul “Direttore Medico del Futuro” ha l’ambizione di essere uno strumento utile per navigare nelle complessità crescenti di un ruolo che è chiamato ad adeguarsi alle trasformazioni radicali e accelerate in ogni aspetto della vita, guidate da progressi tecnologici, mutazioni sociali e sfide globali come pandemie e crisi ambientali. Fin dalla sua Fondazione nel 1947, Anmdo si è proposta di promuovere la professionalità, la deontologia e l’autonomia dei Direttori Medici di Presidio Ospedaliero.

A distanza di 78 anni e in presenza di evoluzioni velocissime ed inarrestabili, guidate da una serie di fattori che stanno ridefinendo l’intero sistema (dai modelli di cura alla relazione tra medico e paziente, dalle innovazioni tecnologiche, ai cambiamenti demografici alle nuove esigenze dei cittadini, dall’intelligenza artificiale, ai big data, all’ecosostenibilità, alla robotica nella pratica clinica ed assistenziale), Anmdo ha ritenuto di doversi interrogare sulle nuove competenze necessarie a guidare sistemi così complessi, ma soprattutto ribadire la centralità e la leadership del DMPO nel governo di una transizione che richiede figure capaci di “immaginare ed anticipare” l’innovazione, cogliendo e governando il cambiamento in essere, con nuove competenze ed accreditandosi non più solo per l’esperienza maturata sul campo, ma come promotore e guida di processi e percorsi di cura sempre più articolati.

Quindi, un “architetto dei percorsi di cura”, capace di interpretare un ruolo nuovo, che richiede qualità personali e professionali molto diverse dal profilo che lo ha connotato per decenni e che, in assenza di questo cambiamento radicale di ruolo, competenze e mentalità, rischia di essere sopraffatto o soffocato dalle nuove ed emergenti professionalità.

In questa prospettiva, il DMPO, a differenza del Direttore Sanitario Aziendale, sarà chiamato sempre più ad interpretare, gestire, assemblare informazioni e set di dati complessi per orientare e governare l’Ospedale e renderlo idoneo a rispondere a complessità e a livelli di integrazione crescenti con le componenti territoriali dell’offerta sanitaria.

Un paradigma sostanzialmente diverso dalla figura delineata con il DPR 484, che aveva circoscritto le prerogative del DMPO all’ambito dell’Igiene e dell’organizzazione ospedaliera: oggi le nuove frontiere della Direzione Medica di Presidio Ospedaliero si “chiamano”:

  • Big Data
  • Robotica
  • Intelligenza artificiale e nuove questioni etiche
  • Domotica (telemedicina, cartelle cliniche elettroniche, sistemi di telemonitoraggio)
  • Ospedale al domicilio
  • Gestione del rischio
  • Rapporto con le nuove professioni
  • Interdipendenza fra sistemi in logica “one health”
  • Gestione della crisi

In sintesi, il Direttore Medico di Presidio di oggi e dei prossimi decenni dovrà essere un leader visionario, un manager esperto e un innovatore digitale, capace di guidare l’ospedale non solo verso l’efficienza operativa, ma verso un futuro in cui tecnologia e umanizzazione si fondono per offrire servizi e cura sempre più personalizzati ed evoluti.

La Carta di Torino, senza alcuna pretesa di essere completamente esaustiva, ha tuttavia l’ambizione di rappresentare l’evolutività e la complessità degli scenari con cui la Direzione Medica di Presidio Ospedaliero dovrà misurarsi, in un contesto permeato, al tempo stesso, da paradigmi consolidati e da accelerazioni rapidissime (dei processi, delle tecniche, dei nuovi orientamenti clinici, assistenziali ed organizzativi).

Un decalogo che non si limita, quindi, a descrivere buone prassi o elencare un set di competenze, ma una piccola “bussola” per orientare la formazione e la leadership del Direttore Medico Ospedaliero dei prossimi decenni e tracciarne la rotta.

È un decalogo che non va letto “d’un fiato” e che riteniamo meriti di essere metabolizzato. Forse il primo approccio susciterà percezioni contrastanti: da un lato, che si tratti di un’evoluzione di ruolo e di competenze troppo visionaria o plasmata su Strutture ospedaliere di altissima complessità, apparentemente decontestualizzate dalla realtà del nostro Paese.

Dall’altro però, è opinione diffusa che non sia più sufficiente acquisire le competenze che sono rilevanti oggi; è fondamentale anticipare quelle che lo saranno domani., perché le trasformazioni e le accelerazioni in tutti i contesti hanno dinamiche e velocità imprevedibili e tempi di reazione immediati.

Assumersi la responsabilità di proporre una nuova vision dell’organizzazione ed attuarla nel concreto delle proprie realtà, non significa reagire al cambiamento, ma anticiparlo. Le competenze del futuro sono quelle che ci permetteranno di navigare ed operare in un panorama in continua trasformazione, dominato da intelligenza artificiale, automazione, sostenibilità e globalizzazione.

Il vantaggio competitivo, nella dinamica evolutiva dei nostri attuali ospedali, sta nella capacità di dettare la direzione del cambiamento e renderlo possibile, agendo anche fuori dagli schemi per affrontare le sfide future, con nuove idee, nuove soluzioni organizzative e nuovi servizi, con una resilienza difronte alle crisi che solo 10 anni fa era inimmaginabile.

In sintesi: questo decalogo di competenze non è una lista di “cosa fare o da sapere”, ma una roadmap di suggestioni e di traiettorie di una Sanità sempre più complessa e di competenze necessarie per poterla governare.
Perché senza una vision (anche immaginifica o provocatoria) un decalogo rischierebbe di essere solo una lista di competenze che diventeranno “obsolete” nel giro di pochi anni.

La “visione” che la “Carta di Torino” delinea, trasforma un elenco statico in una strategia dinamica per il successo e per dare nuovi stimoli ad una professione complessa, difficile, spesso “sotto attacco”, ma pur sempre indispensabile per continuare a garantire ai nostri ospedali, ai pazienti e a nostri professionisti,

  • Promozione della qualità e sicurezza,
  • Accesso universalistico alle cure,
  • Tutela della dignità dei malti e autonomia della professione,
  • Innovazione,
  • Promozione di una cultura organizzativa basata su rispetto, collaborazione e trasparenza.

ANMDO invita tutta le Istituzioni Sanitarie, le ASL, le Regioni e gli altri EE.LL., a voler recepire la Carta Di Torino anche con atti formali che permettano la miglior diffusione del dibattito sul DMPO e, di converso, sul futuro del Sistema Sanitario Italiano.

Solo attraverso un approccio collaborativo e strategico si potranno vedere i benefici desiderati nel miglioramento della qualità dell’assistenza e nella gestione delle risorse sanitarie nei prossimi 50 anni.

Gianfranco Finzi,
Presidente di ANMDO

Bibliografia
La Carta di Torino, Quaderni di Direzione Sanitaria N.3-Anno II,
A cura di : L.Bertinato, L.Blandi, G.Mazzi e G. Pellissero, settembre 2025

Gianfranco Finzi

12 Novembre 2025

© Riproduzione riservata

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