Gentile direttore,
Molti pazienti in questi giorni, passano a salutarmi perché partono per le vacanze. Meritate ferie per chi lavora, come garantito da ogni statuto e dalla Costituzione: si chiama ristoro psico-fisico ed è diritto fondamentale per ogni lavoratore. Quattro settimane nell’anno per rimettere in senso neuroni e apparati di vario genere, sacrosanta disposizione di Legge per evitare usure e alienazione da lavoro. Ma non per tutti. Al danno si aggiunge la beffa: io medico di base, non potrò andare in ferie, per un motivo semplicissimo e grottesco: nessuno potrà e vorrà sostituirmi. Negli ultimi mesi sono diventato una specie di call-center alla ricerca di un collega che potesse sostituirmi.
Dopo una trentina di telefonate con voce impostata da operatore telefonico, si è sparsa la voce nell’ambiente e sono stato collocato nel registro degli indesiderati. Piano B: invio un messaggio a tutti i giovani colleghi e non più giovani colleghi in quiescenza. Risposta unanime: mi dispiace ma per quel periodo sarò impegnato. La risposta più singolare e inquietante è stata: caro collega, sono appena andato in pensione, al pensiero di ritornare in ambulatorio mi assalgono la nausea e lo sconforto. Mi dispiace, ma ho appena abbandonato l’inferno. Una riflessione: quando ho incominciato da neo laureato, pur di lavorare, accettavo incarichi di sostituzione senza alcun compenso, “a gratis” come dicono a Roma. Era inevitabile, se volevi imparare il mestiere e aprire qualche porta nel mondo del lavoro.
Correvano, ma non troppo, gli anni 90 e la grande disponibilità di giovani colleghi, permetteva ai medici titolari il lusso raccapricciante e disonesto di andare in vacanza senza spendere una lira ( c’era ancora la lira). Oggi, dopo trenta anni, il titolare sono io e una nemesi cieca e arrogante se la prende con me: quello che lavorava a gratis e poi ha sempre pagato profumatamente i propri sostituti e oggi, costretto a elemosinare quasi da accattone la collaborazione di un sostituto per poter godere di un diritto di ogni lavoratore: il riposo dopo dodici mesi di lavoro. Nessuna rimostranza o rimprovero verso i miei giovani colleghi che rifiutano la sostituzione: come non comprendere che preferiscano ben altro a questo mestiere che è diventato infernale, inviso, pesante, pedante, frustrante, senza sbocchi e probabilmente, senza futuro.
Proprio perché noi medici di base siamo stati messi nell’angolo, ai margini di un SSN che non ha mai riconosciuto il valore e il peso della nostra professione, proprio perché, nessun sindacato ci ha mai tutelato, proprio perché siamo sempre stati in ostaggio di quei potentati di lusso e privilegi che dovrebbero governare il nostro lavoro e la nostra pensione, proprio per questo ci estingueremo. I tanti rifiuti ricevuti in questi mesi, dicono due cose: pochi giovani medici e pochi disposti a fare i medici di base perché rimane un mestiere umiliato e umiliante.
Ma la cosa raccapricciante è vedere il tragico allarme dei media sulla nostra prossima estinzione e vedere i tanti avvoltoi sorridere con circostanza sui grandi successi sindacali e sulla nostra solidissima previdenza. Magari da Capri o dal mio Salento che vedrò solo in cartolina. L’unica cartolina che potrò spedire io, sarà del mio ambulatorio, nel bel mezzo dei tanti cartelli: chiuso per ferie. In agosto. BUONE FERIE a tutti coloro che hanno permesso tutto questo.
Enzo Bozza
Medico MMG
Vodo di Cadore (BL)