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Esperienze Digitali. OCT virtuale per lo screening delle maculopatie al San Martino di Genova

Nell’ottica di favorire la prevenzione della maculopatia e limitare l’accesso dei pazienti agli ospedali, la Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova ha dato vita ad un innovativo progetto di diagnosi a distanza.

15 DIC - La degenerazione maculare legata all’età è una malattia di grande rilevanza sociosanitaria ed è la prima causa di grave ipovisione centrale nei paesi industrializzati, nei soggetti di età superiore ai 65 anni. In Italia si registrano ogni anno cinquantamila nuovi casi. Nel 2020, appena scoppiata la pandemia da Covid 19, si è assistito a un preoccupante calo delle prestazioni per i pazienti maculopatici che, a seconda delle Regioni e delle Aziende Ospedaliere, andava dal 40% all’80%. È stato, quindi, importante attrezzarsi rapidamente per poter trattare lo stesso numero di pazienti del periodo precedente all’emergenza sanitaria.

Per questo motivo, la Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova ha avviato una campagna di screening gratuita attraverso un progetto pilota di diagnosi a distanza presso una farmacia comunale.

Descrizione attività e risorse impiegate
Il progetto si configura come un vero e proprio sistema di telecontrollo per eseguire in un luogo familiare e di facile accesso per il paziente, l’OCT (tomografia ottica computerizzata), un esame rapido, sicuro e non invasivo, capace di dare informazioni preziose sullo stato della retina e della macula. Il medico, attraverso un collegamento audio-video interagisce con il paziente, prende il controllo dello strumento ed esegue da remoto l’esame. Questo progetto, unico in Italia, promosso e patrocinato dal Comune di Genova è stato reso possibile grazie al supporto della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova e dalla collaborazione dei volontari dell’Associazione Pazienti Comitato Macula.

Gli OCT sono macchinari sofisticati e, nelle versioni più moderne e innovative, offrono immagini altamente informative e con una eccezionale risoluzione. La caratteristica innovativa è che possono essere manovrate e comandate da distanza, un po’ come le navicelle spaziali che possono essere guidate e fatte atterrare su pianeti distanti senza che al loro interno vi sia il pilota, ma semplicemente dalla torre di controllo.

Questo consente quindi a qualsiasi paziente di poter ricevere una prestazione diagnostica di alto livello da parte di medici oculisti che abbiano una particolare esperienza nel campo della diagnostica delle maculopatie, senza doversi necessariamente spostare da un capo all’altra della città, regione o nazione.A Genova si è sperimentato, quindi, un progetto pilota di Telecontrollo con tutte le carte in regola per essere replicato dovunque, e per diventare – stabilmente – un modello ideale di sanità sostenibile, centrata sul territorio a misura di paziente. Un altro aspetto molto rilevante da tenere in considerazione è il rispetto della privacy e dei dati sensibili. In questo modo infatti i dati sensibili e le immagini associate ad essi non viaggiano nella rete perché è l’oculista che da remoto si collega alla macchina.

Risultati
L’ampia adesione della cittadinanza decreta il successo dell’iniziativa, tanto che nei tre mesi di durata della campagna sono stati eseguiti 135 esami di screening (82 donne e 53 uomini; età media di 71 anni). L’esame ha avuto una durata media di 7 minuti ed una percentuale di patologie individuate del 15% dei pazienti sottoposti a screening. Ai partecipanti è stato inviato il referto on-line – completo di firma digitale – con accluse immagini OCT la diagnosi e le indicazioni da parte del retinologo ricevute durante la televisita. Il Presidente dell’Associazione Pazienti Comitato Macula, Massimo Ligustro, commenta così i risultati: “Finalmente, con questo progetto viene affrontato uno degli aspetti più importanti per i pazienti: la presa in carico tempestiva e continuativa per quella che è, ricordiamocelo, una patologia cronica ed invalidante. Grazie a questa iniziativa, il delicato momento di diagnosi è gestito dallo stesso medico oculista retinologo che poi il paziente incontrerà successivamente in ospedale, secondo un calendario di appuntamenti programmati, per garantire il corretto regime di trattamento. In questo senso, l’innovazione tecnologica può consentire di “umanizzare” la diagnosi e la cura e garantire l’appropriatezza terapeutica a beneficio dei pazienti.”

Massimo Nicolò, Responsabile UOS Centro Retina Medica, Maculopatie e Uveiti – Clinica Oculistica Università di Genova DINOGMI Ospedale Policlinico San Martino IRCCS – Genova

15 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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