Lombardia. Anaao Assomed: “”Sanità regionale al limite, servono scelte coraggiose”
“Siamo consapevoli dell’impegno di Bertolaso e della Direzione Generale Welfare, ma restano sul tavolo criticità profonde”. Tra i temi più urgenti, il sindacato segnala: rete ospedaliera da riformare; crisi della sanità territoriale; ruolo delle Università da rivedere; privato accreditato fuori controllo; distorsioni nella gestione del personale; relazioni sindacali indebolite; conflitto Stato-Regioni e Ssn da ripensare.
19 MAG - “Il nostro lavoro è sempre più gravoso e il sistema sanitario rischia un’implosione silenziosa. Non è più tempo di retorica: servono scelte politiche concrete e lungimiranti”. A dirlo
Stefano Magnone, segretario Anaao Assomed Lombardia, che intende richiamare l’attenzione pubblica e politica su una serie di criticità strutturali che, secondo il sindacato, “mettono a rischio il futuro e la sostenibilità del Servizio Sanitario Regionale, patrimonio fondamentale dei cittadini lombardi e italiani, oltre che luogo di lavoro per migliaia di professionisti della sanità pubblica”. Criticità illustrate anche nella relazione di Magnone approvata all’unanimità dal Consiglio regionale Anaao Lombardia.
“Siamo consapevoli dell’impegno dimostrato dall’Assessore Guido Bertolaso e dalla Direzione Generale Welfare, ma non possiamo ignorare che restano sul tavolo criticità profonde, che richiedono scelte coraggiose e non più rimandabili”, spiega Magnone.
Tra i temi più urgenti, il sindacato segnala:1. Rete ospedaliera da riformare“La mancata revisione della rete ospedaliera, in contrasto con quanto previsto dal Decreto Ministeriale 70/2015, mette in difficoltà numerose aziende sanitarie che faticano – e faticheranno sempre più – ad attrarre professionisti e a garantire volumi di attività adeguati per la sicurezza dei pazienti”, spiega Magnone.
2. Crisi della sanità territoriale“Paghiamo vent’anni di mancata programmazione. Oggi l’ospedale è l’unico punto di riferimento reale per i cittadini, con tutte le ripercussioni che ciò comporta in termini di carichi di lavoro, sicurezza e qualità delle cure”, prosegue il Segretario.
3. Ruolo delle Università da rivedere“La necessità di rivedere il protocollo Regione-Università conferma una criticità storica: l’eccessiva invadenza accademica nella gestione delle apicalità ospedaliere. Una dinamica che spesso esclude professionisti più competenti, generando frustrazione e fughe dal sistema pubblico”.
4. Privato accreditato fuori controllo“Serve una governance reale del privato convenzionato, che oggi sembra rispondere più alla logica del profitto che a quella della salute pubblica. Non possiamo permettere che l’offerta venga lasciata in balia delle lamentele dei grandi player, solo perché alcune prestazioni sono meno remunerative”.
5. Distorsioni nella gestione del personale“Le convenzioni tra aziende, nate per superare l’abuso dei gettonisti, hanno prodotto nuove distorsioni: colleghi che accumulano turni ordinari e a pagamento, senza il rispetto delle norme sul riposo e sulla sicurezza delle cure. Non possiamo accettare che un gettone venga prima della salute del paziente e del medico”.
6. Relazioni sindacali indebolite“In troppe realtà aziendali, le direzioni strategiche parlano di benessere organizzativo ma agiscono secondo logiche clientelari. La credibilità si misura nei fatti, non nei proclami”, sottolinea Magnone.
7. Conflitto Stato-Regioni e Ssn da ripensare“Lo scontro istituzionale sulle liste d’attesa è la punta dell’iceberg: serve una revisione profonda del Servizio Sanitario Nazionale, per evitare che ricadano sempre sui professionisti responsabilità che nascono altrove”.
“Chiediamo a tutte le forze politiche in Consiglio Regionale – maggioranza e opposizione – di superare la sterile contrapposizione e di sedersi insieme per salvare davvero il servizio sanitario regionale. Prima che sia troppo tardi” conclude Stefano Magnone.
19 maggio 2025
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