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Ricerca. Consiglio regionale approva legge “per non far fuggire i nostri cervelli”

Le legge punta a rendere più forte la collaborazione fra le università e le imprese e a realizzare progetti innovativi che siano attrattivi. Ad alimentare le politiche regionali sulla ricerca ci sarà anche un neo istituito Foro per la Ricerca e l’Innovazione. “Recluteremo i 10 migliori innovatori a livello mondiale con una call pubblica”, ha annunciato l’assessore Del Gobbo.

16 NOV - Prevenire la fuga dei cervelli all’estero coinvolgendoli direttamente nella realizzazione di progetti innovativi; rendere sempre più forte e proficua la collaborazione fra le Università e le imprese e imprimere una forte accelerazione all’uso del miliardo di Open Data di cui la Lombardia dispone. Sono questi, in sintesi, i capisaldi della Legge approvata ieri dal Consiglio regionale con 54 voti favorevoli, nessun contrario e 10 astenuti. La legge “metterà a disposizione per il settore R&I non meno del 3% delle risorse che annualmente la Regione riserva per l’acquisto di beni, servizi e lavori”, ha spiegato il relatore Mauro Piazza (Lombardia Popolare).

“Abbiamo voluto una Legge fortemente innovativa - ha affermato in una nota l’assessore all’Università, Ricerca ed Open Innovation, Luca Del Gobbo - che potesse valorizzare quel patrimonio unico che solo in Lombardia trova terreno fertile e che genera 7 miliardi l’anno di investimenti pubblici e privati in ricerca e innovazione; che ha fatto nascere 1.369 start up innovative pari a 1/5 del totale nazionale e registrare 191.000 brevetti nell’ultimo decennio”.

Numeri che derivano da un patrimonio di cervelli che “ha pochi rivali al mondo”, secondo la Regione, e che, ha detto Del Gobbo, “dobbiamo assolutamente tenere in Lombardia”. Come? Appunto con i meccanismi previsti dalla nuova Legge: un testo snello di soli 8 articoli, ma che si pone l’obiettivo di incidere concretamente in questo percorso abbattendo, ad esempio, anche la burocrazia e dando tempi certi.

Il cuore della norma è il ‘matching’ fra l’impresa che necessita di una spinta di innovazione e il mondo accademico e della ricerca che può fornire il know how e il capitale umano indispensabile per fare proprio quel salto. “Oggi - ha detto Del Gobbo – siamo chiamati ad investire nella più grande risorsa che abbiamo: l’uomo. Ce lo chiedo lo stesso mondo delle imprese. Regione Lombardia contribuirà a sostenere la spesa per i ricercatori che entreranno in azienda in accordo con gli Atenei per realizzare specifici progetti innovativi o, viceversa, sosterrà i costi di una formazione in Università di personale che l’azienda intende far crescere. Un modo concreto per valorizzare un patrimonio di conoscenza che altrimenti fuggirebbe all’estero, puntando sull’immediato trasferimento tecnologico dell’attività di ricerca. Dal laboratorio al mercato”.

Per la regione “la virtuosità di questo percorso ha già dato i propri frutti con gli Accordi di ricerca, strumento avviato in via sperimentale nei mesi scorsi”. “Con la Legge – ha sottolineato Del Gobbo - li renderemo strutturali”. Gli Accordi prevedono la realizzazione di progetti innovativi di prodotto e di processo da parte di una rete di soggetti (minimo 1 impresa di qualunque dimensione e 1 soggetto della ricerca/università) che preveda un costo minimo di 5 milioni di euro e un aiuto medio del 50 per cento a fondo perduto, con un massimo di 4,5 milioni di euro da parte di Regione Lombardia per ogni progetto (fondi Fesr). Il totale delle risorse appostato è di 40 milioni di euro. A chiusura della call pubblica, si sono registrate 90 domande per altrettanti progetti, “caratterizzati da un solido partenariato tra piccole, medie e grandi imprese e centri di ricerca e/o università. In tutto, 554 soggetti (di cui 372 imprese e 182 organismi di ricerca) disposti ad investire di tasca propria 562 milioni di euro in ambiti variegati, che vanno dalle industrie creative e culturali, a quella della salute, al manifatturiero avanzato, all’agroalimentare, alle smart cities ad communities”, spiega la nota regionale.

Ad alimentare le politiche regionali sulla ricerca, dentro un orizzonte internazionale ci sarà anche un Foro per la Ricerca e l’Innovazione, che la nuova legge istituisce per valutare l’impatto degli avanzamenti tecno-scientifici attraverso il coinvolgimento della società civile, della comunità scientifica e degli attori del sistema regionale della ricerca e dell’innovazione e fare da stimolo alla politica. “Recluteremo - ha detto Del Gobbo - i 10 migliori innovatori a livello mondiale con una call pubblica che comporranno il Foro e forniranno alla Giunta supporto per indirizzare al meglio le proprie politiche di ricerca e innovazione”.

“Un’altra grande sfida - ha detto ancora Del Gobbo - che quanto meno vogliamo lanciare è quello dell’uso del miliardo di Open data di cui oggi disponiamo a beneficio del cittadino. Abbiamo un vasto patrimonio di informazioni, afferenti ad ogni campo (dalla salute ai trasporti, dalla scuola alla protezione civile) che se sapientemente aggregate fra loro potrebbero davvero cambiare la vita di ciascuno di noi, abbattendo oltre tutto costi che oggi, soprattutto in alcuni campi, sono ancora troppo alti”.

“Raccogliamo qui in Lombardia la grande domanda di innovazione di tutto il Paese - ha concluso Del Gobbo – scommettendo sull’eccellenza del nostro sistema della ricerca e sulla capacità di far rete col sistema delle imprese”.

16 novembre 2016
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