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Lombardia. Sì in commissione alla riforma sociosanitaria. Ma opposizioni insorgono: “Si rinuncia a controllare i privati”

Passa in commissione sanità la riforma sociosanitaria. Previse nuove funzioni dell'Agenzia dei controlli, incremento delle borse di studio per specializzandi e autorizzazione per un quinquennio in via sperimentale dell'intramoenia allargata. No secco delle opposizioni: “Stanno facendo peggio di Maroni”. Il testo approderà in Aula il 20 novembre.

24 OTT - Nuove funzioni dell'Agenzia dei controlli, incremento delle borse di studio per specializzandi (e dunque per avere piu' medici di base, da trattenere poi in regione) e ridefinizione territoriale degli Ospedali di Angera e Menaggio: in commissione Sanità a Palazzo Pirelli, avanza così, come riporta l’Agenzia Dire la riforma del sistema sociosanitario. E' stato approvato oggi a maggioranza il progetto di legge presentato dalla giunta Fontana che introduce i correttivi al sistema sociosanitario e che sarà portato in aula per la sua approvazione definitiva martedì 20 novembre. Hanno votato a favore Lega e Forza Italia e Viviana Beccalossi del gruppo misto; contrari Pd, M5s, Lombardi Civici Europeisti e +Europa. Al progetto di legge ne erano abbinati altri due presentati dal M5s e da Samuele Astuti (Pd), entrambi incentrati sulla necessità di portare l'Ospedale di Angera all'interno della Asst dei Sette Laghi.
 
Con l'aggiustamento della giunta, spiega il presidente della commissione Emanuele Monti, «vengono meglio specificati i compiti e le funzioni dell'Agenzia dei controlli» e «definiti i criteri per usufruire delle borse di studio per gli specializzandi messe a disposizione da Regione Lombardia. Questo progetto di legge ridefinisce inoltre i confini di due Asst in relazione al presidio ospedaliero di Angera e di Menaggio, modifiche che abbiamo definito dopo un approfondito confronto con il territorio, con i rappresentanti degli ordini e delle professioni locali e con tutti gli stakeholder coinvolti». Il che dovrebbe accadere dall'1 gennaio 2019
 
Sono stati poi approvati alcuni emendamenti di Monti: per rilanciare l'agenzia di promozione del servizio sociosanitario a livello nazionale e internazionale sotto la regia della Direzione generale dell'assessorato alla Sanità; ma anche per autorizzare per un quinquennio in via sperimentale l'attività libero professionale con le modalità dell'intramoenia allargata “nel rispetto della normativa vigente e delle linee guida che dovranno disciplinare anche idonei criteri definiti ai fini della trasparenza delle agende e della tracciabilità dei pagamenti, prevedendo altresì il collegamento in rete con le strutture del sistema”.
 
Altri due emendamenti prevedono l'inserimento delle aree di montagna nella rete della formazione medico specialistica e danno mandato alla giunta di definire una quota specifica di borse di studio aggiuntive da destinare specificatamente alle zone montane. Ad oggi, del resto, il numero dei nuovi specialisti e dei nuovi medici di base copre a mala pena la metà dei pensionamenti, «con inevitabili ripercussioni negative sulla possibilità di garantire un adeguato livello di servizi». La Regione Lombardia, dunque, intende farsi carico del finanziamento di contratti e borse di studio aggiuntivi rispetto a quelli finanziati dal ministero, prevedendo anche «le condizioni necessarie per favorire la permanenza dei beneficiari nell'ambito del servizio sanitario regionale».
 
 
 
 
Dal Pd arriva «un deciso no alle modifiche alla legge sulla sanità. E' gravissimo aver eliminato i controlli sui bilanci dei privati accreditati». La bocciatura è del consigliere regionale dem, Gianni Girelli che spiega: «Mai come in questo caso il nostro no al testo votato in commissione è stato deciso. Aver eliminato l'obbligo di controllo annuale sui bilanci dei privati accreditati sta a significare la volontà politica di fare un passo indietro rispetto alla trasparenza e comporta il rischio di un ritorno a scandali, quali quelli del San Raffaele e della Maugeri, che in passato abbiamo già visto troppo volte». Poi, continua, «come se non bastasse, il testo porta a un ritorno alla discrezionalità della politica nelle nomine. Nella selezione dei direttori generali è stata infatti eliminata la prova scritta, l'unica in forma anonima, che era garanzia di scelte trasparenti e meritocratiche».
 
E «aver prorogato per cinque anni l'intramoenia allargata, ossia la possibilità di svolgere l'attività professionale fuori dalla struttura pubblica, va contro la normativa nazionale che ne prevede la sospensione ed è stata più volte oggetto di indagini della guardia di finanza», segnala Girelli. Il testo approvato, conclude Girelli «è un passo indietro persino rispetto a Formigoni e Maroni. Cambia in peggio una legge, che era già di per se criticabile, e riporta alla mente un cupo passato che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Non è in nessun modo condivisibile». Anche Michele Usuelli, consigliere di +Europa, contesta il maggior potere alla giunta e il minor controllo del Consiglio regionale sulla sanità, la «maggiore discrezionalità politica nella scelta dei direttori generali degli ospedali, la confusione grave sulla gestione delle borse regionali aggiuntive per gli specializzandi».
 
Contro la riforma c'è stato «un monologo delle opposizioni unite nei confronti di una maggioranza priva di qualsiasi propensione all'ascolto e al confronto, con le lodevoli eccezioni della consigliera Beccalossi e del consigliere Mariani. La funzione parlamentare della commissione è stata completamente svilita da un dibattito in cui il relatore e i consiglieri di centrodestra hanno fatto muro, opponendo sempre e solo dei no senza motivare le proprie scelte. La decisione di procedere con queste modalità - taglia corto Usuelli- nasconde evidentemente la debolezza di una maggioranza che sulle scelte di politica sanitaria è tutt'altro che compatta e che ha bisogno di blindarsi per reggere anche di fronte ad argomentazioni di puro buon senso». Nel merito, è «gravissima la scelta di abolire il test anonimo per il concorso al ruolo di Direttore generale» come la cancellazione del controllo della giunta sui bilanci delle strutture private accreditate.
«L'esito sconfortante di questa giornata», conclude il consigliere di +Europa con Emma Bonino, «vede un Consiglio regionale che accetta supinamente di farsi degradare a un ruolo sempre più subalterno nel campo della politica sanitaria, di fronte ad una Giunta che aumenta i propri poteri e la propria influenza partitocratica nelle scelte di governo della sanità regionale. Ci auguriamo che nella discussione d'aula si possa assistere ad un vero confronto nel merito. Noi siamo pronti, come sempre ad essere opposizione istituzionale e di governo».
 
 
«Stanno addirittura peggiorando la riforma di Maroni; le novità introdotte porteranno meno controlli e più privato. Sono passi indietro inaccettabili ed è un peccato che la maggioranza abbia bocciato tutte le nostre proposte emendative che avrebbero migliorato nettamente l'impianto generale delle proposte di modifica della Legge sulla sanità». Cosiì Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5s Lombardia, dopo l'ok in commissione al progetto di legge di riforma del sistema sociosanitario regionale.

24 ottobre 2018
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