Gallera: “Grande mediocrità delle politiche nazionali sanitarie dal 2010 ad oggi”
“Dal 2011 circa 37 miliardi di tagli, servono investimenti veri”, e “il Covid ci ha fatto capire che la Sanità è un investimento”. “Rimprovero alla riforma Maroni di essere stata eccessivamente ambiziosa, di non aver fatto i conti con i paletti nazionali invalicabili che abbiamo di fronte. Oggi è una legge incompiuta non perché i principi erano sbagliati ma per cause esogene dalla Regione Lombardia”, così l’assessore.
29 OTT - “Il Covid ci ha sbattuto in faccia con grande violenza
la grande mediocrità delle politiche nazionali sanitarie dal 2010 a oggi”. È quanto ha sottolineato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia
Giulio Gallera durante il webinar ‘Servizio sanitario regionale: una riforma da riformare?’ organizzato da Anaao Assomed Lombardia.
Gallera ha ricordato che “
dal 2011 il fondo sanitario nazionale ha avuto un taglio di 37 miliardi, passando dal 7,3% al 6,6% del Pil. Abbiamo avuto pochi soldi, questo vuol dire che paghiamo meno medici e infermieri, e c’è stata una riduzione o un non incremento delle borse di specializzazione, tant’è che oggi noi facciamo i bandi ma non troviamo i medici”.
“Quello che io rimprovero alla legge 23 (la cosiddetta riforma Maroni, ndr) - ha detto Gallera - è di essere stata eccessivamente ambiziosa, di non aver fatto i conti con i paletti nazionali invalicabili che abbiamo di fronte.
Oggi è una legge incompiuta non perché i principi erano sbagliati ma per cause esogene dalla Regione Lombardia”.
Per l’assessore, “il tema della medicina del territorio è un problema enorme ma lo è livello nazionale, che non si dica che nella prima fase della pandemia Covid è emersa incapacità di gestione del territorio della Regione Lombardia e dei suoi dipartimenti di prevenzione. Tantomeno è vero il fatto che la Medicina generale della Lombardia non sia stata in grado di gestire la pandemia a febbraio, perché i livelli di ospedalizzazione di Bergamo e di Piacenza sono identici”.
“Il Covid - ha concluso - ci ha fatto capire che la Sanità è un investimento, che non si può pensare di garantire una qualità della salute tagliando ma bisogna farlo investendo. Io difendo un regionalismo che è sempre stato più avanti perché ha sempre dato delle risposte. Abbiamo bisogno di cambiare completamente passo a livello nazionale, con investimenti veri”.
29 ottobre 2020
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