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Angina refrattaria. All’Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba intervento con terapia innovativa

L'intervento è stato eseguito con successo su un paziente di 65 anni, in terapia medica massimale, con by pass aorto-coronarico, severa malattia coronarica, diabete mellito, obesità, ipertensione arteriosa ed un solo by pass funzionante. Il device della Neovasc viene impiantato per via percutanea con una procedura mininvasiva. Una volta rilasciato, il dispositivo realizza un restringimento permanente e controllato che modula il flusso ematico, aumentando la pressione all’interno del seno coronarico.

01 FEB - La data del 21 gennaio 2021 segna per l’Ospedale "Sacra Famiglia" Fatebenefratelli di Erba (CO) un importante traguardo nel trattamento dell’angina refrattaria, condizione di dolore al petto che incide fortemente sulla qualità di vita dei pazienti e che si presenta in occasione di sforzi anche minimi, limitando le normali attività quotidiane.
 
Ogni anno si registrano in Europa e Stati Uniti oltre 1 milione di persone interessati da questa condizione clinica altamente debilitante. Il paziente tipo è un soggetto già sottoposto a procedure di rivascolarizzazione coronarica (By-Pass cardiochirurgico o Angioplastica) che assume farmaci per controllare il dolore ma che nonostante la rivascolarizzazione e i farmaci continua ad avvertire dolore toracico.
 
L’intervento, effettuato dal team di cardiologia coordinato da Antonio Sagone e Camillo Falcone, Diretti da Vincenzo Montericcio, è stato eseguito con successo su un paziente di 65 anni, in terapia medica massimale, con by pass aorto-coronarico eseguito nel 2010, severa malattia coronarica, diabete mellito, obesità, ipertensione arteriosa ed un solo by pass funzionante, quello di mammaria sinistra per il ramo interventricolare anteriore. Un graft venoso per la coronaria destra era oramai degenerato e già trattato con multiple rivascolarizzazioni percutanee risultate poco efficaci a distanza.

Il device della Neovasc, distribuito in Italia da Gada Italia Spa, viene impiantato per via percutanea con una procedura mininvasiva. Dal profilo a clessidra, viene posizionato nel seno coronarico (la vena che raccoglie il sangue refluo dalla circolazione coronarica del miocardio) tramite un catetere di ridotte dimensioni che viene portato fino al cuore attraverso un piccolo accesso giugulare.
 
Una volta rilasciato, il dispositivo realizza un restringimento permanente e controllato che modula il flusso ematico, aumentando la pressione all’interno del seno coronarico; questo crea un aumento della perfusione endocardica che contribuisce alla riduzione dei sintomi di angina al paziente.
 
Ad oggi, in Italia più di 400 pazienti sono stati selezionati e hanno ricevuto questa terapia diffusa anche in diversi Paesi Europei, oltre che negli Stati Uniti. Tra i numerosi studi scientifici che evidenziano la sicurezza ed efficacia di tale soluzione terapeutica, si segnala il Reducer-I, studio multicentrico che ha l’obiettivo di coinvolgere oltre 400 pazienti e 22 centri ospedalieri, di cui due italiani, e il Registro Italiano Reducer, che raccoglie i risultati per il nostro Paese nell’applicazione di questa terapia in 16 centri italiani.  

01 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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