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QS Edizioni - domenica 27 aprile 2025

Cronache

Aviaria. Negli Usa mancano le uova, chiesto aiuto all’Italia. Caner: “Se ne ricordino quando parlano di dazi”   

immagine 20 marzo - L’ultima epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti ha portato all’abbattimento di 20 milioni di galline ovaiole solo nell’ultimo trimestre 2024. Così anche la disponibilità di uova è diminuita drasticamente, facendole diventare un prodotto sempre più ricercato e raro: in marzo una dozzina di uova è arrivata a costare 8 dollari. L’assessore Veneto: “Il mercato è mondiale e senza confini, e questa ne è l’ennesima dimostrazione”.
Gli Usa chiedono aiuto all’Italia per sopperire alla mancanza di uova. L’ultima epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti ha portato all’abbattimento di 20 milioni di galline ovaiole solo nell’ultimo trimestre 2024. Così anche la disponibilità di uova è diminuita drasticamente, facendole diventare un prodotto sempre più ricercato e raro: in marzo una dozzina di uova è arrivata a costare 8 dollari. A dare notizia della richiesta arrivata dagli Usa è Confagricoltura Veneto in una nota. “Sono arrivate molte richieste agli imprenditori agricoli veneti, da Verona a Padova, ma pure noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un approvvigionamento. L’epidemia aviaria è stata pesante anche in Italia, anche se non come negli Stati Uniti”, spiega Michele Barbetta, allevatore di Carceri e presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto.

Dall’autunno, riferisce Barbetta, sono state abbattute 4 milioni di galline ovaiole su 41 milioni, concentrate principalmente negli allevamenti in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, pari al 10 per cento. “E questo significa che abbiamo perso la stessa percentuale di uova: 1,4 miliardi su 14 miliardi. Quello che rimane è quasi tutto destinato al consumo nazionale. Ovviamente, data la mancanza di prodotto, il prezzo continua a salire anche in Italia, anche se non ai livelli degli Usa. Gli altri Paesi europei non stanno meglio, dato che l’aviaria ha colpito ovunque”. E non sarà facile tornare alla produzione di prima, chiarisce Barbetta: “L’ultima epidemia ha causato 56 focolai nel Nord Italia, di cui 17 riguardanti galline ovaiole. Le aziende stanno ripartendo, ma la ovaiola ha una programmazione lunga: intanto non c’è molta disponibilità di pulcini, dato che l’aviaria ha colpito anche questa produzione, e comunque per passare dal pulcino alla produzione di uova servono sei mesi. E, se in autunno ripartirà l’epidemia, saremo punto e a capo”.

La richiesta inviata all’Italia dagli Usa è per alcuni, comunque, l’occasione di evidenziare al presidente americano Donald Trump come oggi la collaborazione tra Paesi sia più importante che mai (a gennaio gli Usa avevano annunciato il proprio ritiro dall'Oms). E se per l’assessore veneto all’Agricoltura Federico Caner si concentra su quello che è il mercato dei prodotti, è evidente, tuttavia, come il caso “aviaria-uova” possa essere trasferibile a tante altre situazioni emergenziali.

L’assessore Federico Carner, da parte sua, osserva: “Mi fa piacere che gli Stati Uniti si rivolgano al Veneto” e “noi, in un contesto di economia globale per l’agroalimentare, gliele forniamo volentieri, anche se pure qui la situazione è complessa. Però gli Usa si ricordino, appunto, che il mercato è mondiale e senza confini, e questa ne è l’ennesima dimostrazione: gliene facciamo memoria una volta in più, visto che parlano di dazi sull’import quando da loro una confezione di uova costa già oggi oltre 8 dollari”.

“Visti i problemi che sta causando nel mondo l’epidemia di aviaria, mi auguro che le dichiarazioni di ieri del ministro Kennedy non racchiudano l’intenzione di far diffondere il virus nel mondo per – cito - ‘selezionare le specie resistenti’ col rischio di un salto di specie. L’aviaria è un dramma per tutti, dall’agroalimentare alla sanità; lo si affronti globalmente con un fronte comune”, conclude l’assessore veneto.
20 marzo 2025
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