La nuova presidenza di Donald Trump inizia con il ritiro degli Stati Uniti dall'Organizzazione mondiale della sanità. Una decisione di certo non inattesa, ma che lascia interdetti nelle modalità con le quali è stata adottata.
Trump è da tempo critico nei confronti dell'Oms e la sua amministrazione aveva formalmente avviato un ritiro dall'organizzazione nel luglio 2020, mentre la pandemia di Covid continuava a diffondersi. All'epoca però, l'allora presidente Joe Biden bloccò l'uscita degli Stati Uniti dall'organismo incaricato di coordinare la risposta internazionale alle emergenze sanitarie in una delle sue prime azioni dopo aver assunto la carica alla Casa Bianca.
Ora la storia si ripete, ma l'esito sarà ben diverso rispetto al 2020. Gli Stati Uniti hanno contribuito a creare l'Oms e ne sono stati il membro più influente dell'organizzazione per oltre 75 anni. Il loro ritiro crea di fatto un vuoto politico che solo un paese ad oggi può colmare, anche sotto il profilo della capacità di finanziamenti: la Cina. Il primo passo del sovranismo a stelle e strisce, dell'America First, diventa indirettamente una cessione di leadership e influenza a livello globale alla Cina. Paese che non ha di certo brillato in termini di trasparenza e collaborazione durante la pandemia di Covid. Non mancheranno poi possibili ricadute anche in termini di innovazione. Le agenzie sanitarie e le aziende farmaceutiche si affidano all'Oms per i dati necessari allo sviluppo di vaccini e terapie. Il ritiro dall'Oms può dunque arrecare un danno anche al vantaggio competitivo nell'innovazione delle aziende statunitensi.
Come dicevamo, lasciano poi molti dubbi le modalità adottate da Trump per annunciare questa decisione. In base alla risoluzione congiunta del Congresso del 1948 con la quale gli Stati Uniti aderirono all'Oms, per il ritiro è necessario un anno di preavviso e che gli obblighi finanziari degli Stati Uniti nei confronti dell'Organizzazione siano integralmente soddisfatti. L'atto di adesione, inoltre, come dicevamo è stato ratificato dal Congresso. Il ritiro non può avvenire con una decisione unilaterale del presidente Trump, senza che su un tema così delicato si possa esprimere il Congresso.
Gli Stati Uniti rischiano così di restare fuori da tutte le decisioni strategiche di politica sanitaria internazionale: dal trattato pandemico globale ancora oggetto di trattativa all'elezione del nuovo direttore generale dell'Oms nel 2027. Tutto questo mentre si affacciano nuove minacce pandemiche all'orizzonte, a cominciare dal diffondersi dell'aviaria negli Stati Uniti. Non proprio il migliore degli inizi.
Giovanni Rodriquez