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QS Edizioni - giovedì 13 novembre 2025

Governo e Parlamento

Manovra. “Crisi infermieri? Colpa della formazione troppo lunga. Meglio un liceo abilitante che importarli dall’estero”. E sugli aumenti delle indennità: “Aspettiamo il testo ufficiale”. Intervista a Garavaglia (Lega)

di Giovanni Rodriquez
immagine 21 ottobre - Garavaglia rimanda ogni commento sugli aumenti al personale sanitario all'uscita del testo definitivo, invitando a non fare "calcoli sul nulla". Sulla carenza di infermieri, il vice ministro individua nel percorso formativo troppo lungo e poco attraente la causa principale, proponendo come soluzione un liceo abilitante che crei una figura base di infermiere. Meglio formare professionisti in Italia fin dal liceo piuttosto che ricorrere a personale straniero non integrato nel Sistema sanitario nazionale. Ma arriva la replica della Fnopi: “Si evitino semplificazioni, via maestra sono Università e specializzazioni”

In questa intervista a Quotidiano Sanità, il presidente della Commissione Finanze del Senato Massimo Garavaglia (Lega) affronta il tema degli aumenti al personale sanitario previsti dalla manovra varata la scorsa settimana da Palazzo Chigi e della crisi della professione infermieristica. Mentre invita alla cautela sui numeri in attesa del testo definitivo della manovra, lancia la proposta di un liceo infermieristico abilitante per rispondere alla carenza di professionisti. Una visione che punta a rivoluzionare la formazione per trattenere in Italia le competenze.

Senatore Garavaglia, torniamo sulla manovra, affrontando questa volta il tema del personale sanitario. Stando ai numeri della bozza, quelli sull'indennità di specificità sembrano insufficienti rispetto agli aumenti annunciati. La differenza verrà coperta con fondi già esistenti?
Ma dov'è il testo definitivo? Questo ragionamento, almeno per ora, è privo di fondamento. Non ho mai compreso la prassi di fare calcoli sul nulla, senza un documento ufficiale da analizzare.

Quindi, quando sarà possibile discutere dei numeri con precisione?
In passato, sono stati necessari almeno 15 giorni dall'approvazione. Forse quest'anno riusciremo a essere più rapidi.

Parliamo di assunzioni: il governo punta a reclutare 6.300 infermieri e 1.000 medici, ma lo scorso anno il ministro Schillaci parlava di 10.000 infermieri. Cosa è cambiato?
Il vero problema non è il numero di assunzioni programmate, ma la disponibilità effettiva di professionisti. La laurea in infermieristica non è abbastanza attraente: abbiamo meno candidati rispetto ai posti disponibili. La domanda cruciale è: quale ruolo vogliamo che gli infermieri abbiano? Lo dico in modo politicamente scorretto: se formiamo gli infermieri con un percorso quasi pari a quello dei medici, è ovvio che molti preferiranno diventare medici, anche per una questione di stipendi.

Come uscire da questa situazione?
La mia proposta è istituire un liceo infermieristico abilitante, che consenta di iniziare a lavorare come 'assistente infermiere' subito dopo il diploma. Poi, chi vorrà potrà specializzarsi diventando una figura super qualificata, con mansioni e retribuzione adeguate. Altrimenti, la situazione resterà bloccata: chi studia tanto per fare l'infermiere, giustamente, si chiederà perché non diventare medico. Preferisco formare i nostri professionisti fin dal liceo, piuttosto che dover ricorrere a personale straniero che non conosce il nostro sistema sanitario e fatica persino a leggere un bugiardino in italiano.

Giovanni Rodriquez

21 ottobre 2025
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