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Ristorazione ospedaliera. Indagine in 13 ospedali piemontesi: si butta fino al 50% del cibo per i pazienti

“Al di là dello spreco, quello che non viene mangiato incide sullo stato di nutrizione del paziente e, quindi sul percorso di cura”, spiega Maria Luisa Amerio, direttore della struttura Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti e coordinatrice del progetto. Lo studio verrà presentato il prossimo 7 ottobre a Expo 2015.

30 SET - Uno studio unico in Italia e, data la portata, molto probabilmente anche in Europa. E’ quanto è emerso da un monitoraggio effettuato dalla Rete piemontese della Nutrizione Clinica che ha “tenuto sotto controllo” gli scarti in 13 ospedali del Piemonte. Il monitoraggio, verrà presentato il prossimo 7 ottobre nel corso di un evento che si svolgerà all’interno di Expo 2015 al teatro Slow Food, da Maria Luisa Amerio, direttore della struttura Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti e coordinatrice del progetto e da Fulvio Moirano direttore Regionale della sanità del Piemonte.

Importanti i numeri evidenziati: “La rete piemontese della nutrizione clinica ha attivato una task force di medici e dietisti che per un periodo cumulativo di 48 settimane ha effettuato 39.545 rilevazioni monitorando gli scarti relativi a 8.627 pasti in 13 ospedali della Regione – ha illustrato Maria Luisa Amerio -. I dati che emergono sono preoccupanti e, al di là dello spreco, quello che non viene mangiato incide sullo stato di nutrizione del paziente e, quindi sul percorso di cura”.

Il monitoraggio evidenzia scarti che in alcune strutture ospedaliere raggiungono il 31% fino ad arrivare ad altre con il 50% di scarti prodotti dai pasti. “E’ uno studio che si lega al progetto regionale sul recupero del residuo (legge del Buon Samaritano) – prosegue la dott.ssa Amerio - . Se venisse dato come obiettivo a tutte le aziende sarebbe un buon passo in avanti su molti fronti e oltre ai due già citati (percorsi di cura e risparmio) anche quello di poter garantire pasti a chi è in difficoltà”.

Le strutture coinvolte in Piemonte sono state: l’Ospedale Cardinal Massaia di Asti capofila del progetto poi Alessandria,  Alba, Biella, Cuneo, Ivrea, Novara, Vercelli e Torino con  San Giovanni Bosco, Mauriziano, Città della Salute, Maria Vittoria, San Luigi Gonzaga di Orbassano.

Claudio Risso

30 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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