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Ad Asti si cura il cuore matto dalla pancia della mamma fino alla maturità

Guarito all’Ospedale Massaia un ragazzo di Verona che per 26 anni è stato costretto ad assumere medicinali per controllare l’insorgenza della tachicardia altamente invalidante. Dopo un pellegrinaggio in giro per l’Italia da una struttura all’altra, ha risolto il suo problema grazie all’équipe del dott. Marco Scaglione.

15 NOV - Nella struttura di Cardiologia dell’Ospedale Massaia è stato effettuato, all’inizio dell’estate del 2016, un intervento su un ragazzo ventiseienne di Verona affetto da una aritmia che si trascinava sin da quando era un feto richiedendo a quel tempo addirittura di somministrare farmaci alla madre per far sì che “arrivassero” a lui.  Dopo il parto, per i successivi sei anni, i medici curanti hanno dovuto continuare una terapia farmacologica fino a quando non si è deciso di tentare un intervento che purtroppo non è riuscito in quanto non si è potuto individuare l’origine dell’aritmia. Questo ha obbligato il paziente ad un calvario che ha richiesto  l’assunzione continuativa di medicinali sino all’età di 26 anni per controllare l’insorgenza della tachicardia altamente invalidante.

Dopo 26 anni di schiavitù da farmaco, anche non totalmente efficace, dopo un pellegrinaggio in giro per l’Italia da una struttura all’altra, a seguito di una valutazione presso un centro di cardiologia pediatrica che conosceva la sua storia, è stato inviato  all’attenzione dell’équipe del dott. Marco Scaglione al Cardinal Massaia. “E’ apparso subito chiaro che l’aritmia di cui era adesso affetto il paziente (fibrillazione atriale) avendo una datazione sin dall’utero della madre, faceva ipotizzare che l’origine fosse una sorta di ‘pila elettrica’ che scaricava ad elevata frequenza nascosta in un punto del cuore. Di qui si è deciso per un intervento di ablazione di cui il centro del Cardinal Massaia è un riferimento nazionale ed internazionale. L’intervento ha ottenuto un pieno successo grazie all’esperienza dell’èquipe e alla dotazione all’avanguardia del laboratorio di elettrofisiologia”.

A raccontare la storia del ragazzo è la Asl di Asti in una nota.

“Avevamo ipotizzato un origine circoscritta di questa aritmia – spiega nella nota il dott. Marco Scaglione – e quindi abbiamo usato una tecnica di mappaggio del cuore ad alta densità, che siamo stati tra i primi ad avere a disposizione. E’ stato necessario interrompere più volte l’aritmia per vederne l’innesco così da evidenziare con estrema precisione il bersaglio da colpire grazie al mappaggio ad alta densità. Infatti ‘bruciando’ in modo preciso quel punto, l’aritmia è ‘magicamente’ scomparsa’. Tutto questo – conclude il cardiologo – come consuetudine del nostro laboratorio è stato effettuato completamente senza l’uso di raggi”.

Infatti è dal 2010 quando, “primo caso in Italia,” una donna gravida affetta da una grave aritmia è stata inviata all’attenzione del dott. Scaglione perché in grado di effettuare un intervento di ablazione completamente senza l’uso di raggi che nel nostro laboratorio si curano, con questa metodologia a “raggi zero”, adulti e bambini attraverso una convenzione tra il Massaia, il Gaslini di Genova e il regina Margherita di Torino.

“E’ grazie al dott. Scaglione e alla sua èquipe che il Cardinal Massaia riesce ad erogare servizi si altissima qualità – ha commentato Ida Grossi direttore generale dell’Asl At -. La sanità astigiana è quanto mai in salute e  abbiamo tutta l’ìntenzione di proseguire a supportare le diverse strutture evidenziando sempre di più le eccellenze del nostro Ospedale”.

Il giovane è stato rivisto a distanza di quasi un anno in ottima salute, “libero da ogni recidiva di aritmia ed entusiasta di una vita normale libera da medicine”, conclude la nota.

15 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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