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Nursing Up: “Emergenza Pronto Soccorso risultato di mancata programmazione”

Il sindacato degli infermieri chiede di essere convocato dall’assessore alla Sanità. “Se non ci convocherà entro 48 ore per cercare di risolvere la situazione siamo pronti a mandare un appello al Presidente della Repubblica”

09 GEN - “Siamo al caos più totale, con un ritmo di chiamate e interventi del 118 che non è più sopportabile e con i Pronto soccorso degli ospedali che sono ampiamente oltre la linea rossa del collasso. Tutto ciò poteva essere evitato con una seria programmazione da parte della Regione che non c’è stata. Se l’assessore alla Sanità non ci convocherà entro 48 ore per cercare di risolvere la situazione, siamo pronti a mandare un appello al Presidente della Repubblica, primo tutore del diritto alla salute pubblica come sancito dall’articolo 32 della Costituzione, per chiedere a un suo intervento. Oggi, tra il maltempo e l’impatto dell’influenza, che, ricordiamolo, non ha ancora raggiunto il picco massimo, l’emergenza ha raggiunto livelli insostenibili”.

È quanto ha detto il segretario regionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, Claudio Delli Carri, commentando la situazione in cui si trovano gli ospedali piemontesi come conseguenza dell’aumento degli accessi connesso al sopraggiungere del picco influenzale.

“Con una corretta programmazione dei posti letti delle necessità di continuità sul territorio di coloro che possono svolgere la degenza altrove, delle assunzioni di personale per fare fronte a questa emergenza, il caos di oggi sarebbe stato evitabile”, ha aggiunto Delli Carri. “Peccato che in Regione non si sia fatto nulla in tal senso. E se gli ospedali in qualche modo stanno facendo la loro parte, e si sono organizzati come potevano, sono i presidi del territorio che hanno del tutto mancato il loro ruolo. Così dagli ospedali i pazienti dimissibili non possono andare via e i reparti si intasano. Solo alle Molinette di Torino ci sarebbero circa 100 persone dimissibili che, a oggi, non è possibile inserire in nessun luogo di lungodegenza. Tutto ciò è da imputare a un’enorme mancanza di programmazione. Il peggio, però, è che non abbiamo interlocutori per risolvere questo problema. Nessuno ci fornisce risposte e, anzi, leggiamo dall’assessorato regionale che la situazione sarebbe sotto controllo”.
 

09 gennaio 2018
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